Sinodo, il 28 maggio l’apertura ufficiale a Cuneo

Nel corso della celebrazione si terrà la firma dell’atto di indizione del Sinodo e il conferimento del mandato ai sinodali

Delbosco Piero - Conf Stampa Sinodo

Venerdì 28 maggio, alle 20, in Cattedrale a Cuneo, mons. Piero Delbosco, vescovo di Cuneo e Fossano, presiederà la celebrazione della Parola con cui si aprirà ufficialmente il Sinodo interdiocesano. Nel corso della serata si terrà la firma dell’atto di indizione del Sinodo e il conferimento del mandato ai sinodali. Protagonista del Sinodo è infatti il popolo di Dio delle due diocesi, rappresentato dai 106 delegati sinodali indicati da parrocchie, associazioni, gruppi, comunità religiose...
Il percorso di ascolto, incontro e discernimento proposto dal vescovo a tutti i fedeli tramite le assemblee sinodali è iniziato nell’ottobre scorso e proseguirà nei prossimi mesi, in particolare con i lavori dell’assemblea sinodale plenaria nel corso dell’autunno. Il Sinodo si concluderà con un libro sinodale scritto dal vescovo e consegnato a tutte le comunità. In esso verranno dati orientamenti per il futuro, recependo il frutto del dialogo avvenuto nelle assemblee.
Il Sinodo, il suo significato, le tappe e gli obiettivi sono stati presentati ieri, 20 maggio, ai media provinciali durante una conferenza stampa che si è svolta a Cuneo. Oltre al vescovo erano presenti i membri della segreteria per il Sinodo (foto in basso) don Pierangelo Chiaramello, vicario generale della diocesi di Fossano, don Giuseppe Pellegrino, vicario episcopale per la cultura, Patrizia Degioanni e Paola Dutto, segretarie del Consiglio pastorale interdiocesano.

“Il periodo che stiamo vivendo richiede confronto e scambio di idee - afferma il vescovo di Cuneo e Fossano -. Anche la Chiesa sente la sollecitazione dei grandi interrogativi che la pandemia ha innescato ed è convinta di poter contribuire alla ripresa della vita sociale offrendo risorse di speranza, ma per fare questo deve rinnovarsi sul piano delle proprie strutture e delle mentalità. Perciò a 23 anni dalla conclusione del quarto Sinodo diocesano di Cuneo e dell’undicesimo Sinodo diocesano di Fossano, ho pensato di convocare un Sinodo diocesano che coinvolge entrambe le diocesi, incamminate verso l’unificazione. Si vuole ripensare in radice la presenza della comunità cristiana sul territorio, alla luce del cambiamento d’epoca che stiamo attraversando”.
Il cammino sinodale ha visto l’ascolto di tante voci di singoli e di comunità su quattro grandi temi: i cambiamenti epocali, l’organizzazione parrocchiale, la fede, la figura del prete. “Proprio l’ascolto di tante voci tiene aperto il percorso anche su nuovi temi che potranno essere ritenuti particolarmente attuali ed urgenti - prosegue mons. Delbosco -. Il momento culminante sarà costituito da assemblee plenarie rappresentative di tutti i fedeli, chierici e laici. In questi mesi ci confronteremo per proporre percorsi nuovi, che aiutino i cristiani e le loro comunità ad essere soggetti di umanizzazione nell’epoca contemporanea”.

Il territorio delle due diocesi è caratterizzato da una evidente frammentazione delle parrocchie rispetto al numero di abitanti. Fossano conta 33 parrocchie per 42mila abitanti, ma solamente 12 hanno il parroco residente. La diocesi di Cuneo ha 82 parrocchie per 115mila abitanti: 35 hanno il parroco residente. Le due diocesi, nel loro insieme, contano 118 preti residenti e incardinati in diocesi (escludendo i religiosi), ma oltre la metà dei preti (66 su 118) ha più di 70 anni. “Le prospettive di un ulteriore drastico ridimensionamento del clero nei prossimi 5 anni obbligano a rivedere e riorganizzare continuamente la presenza dei preti e dei diaconi nelle zone pastorali - conclude mons. Delbosco -. Spingono le comunità a interrogarsi su come sviluppare collaborazione e corresponsabilità, per essere comunità vere, dinamiche e attive nella trasmissione della fede”.

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