I 20 anni della Free Bikers

Franco Grasso: “Per noi la pedalata deve essere un’occasione per stare insieme, godersi il mondo che ci circonda e, soprattutto, fermarsi alla fine per mangiare in compagnia”

FREE BIKERS STORIA

Tra le tante ricorrenze celebrate in quest’anno solare dallo sport fossanese, una merita uno spazio di prim’ordine, coinvolgendo una fetta importante della comunità cittadina. Nel 2021, infatti, spegne le sue prime venti candeline l’Asd Free Bikers Fossano, nata nel 2001 su iniziativa di alcuni appassionati e trasformatasi, nel corso di due decadi, in una realtà sportiva capace di contare 120 soci che condividono la passione per la bicicletta. Con Franco Grasso, uno dei sei fondatori ed attuale Tesoriere, abbiamo ripercorso questi primi vent’anni, contraddistinti da una filosofia precisa: quella della bicicletta come strumento per scoprire il mondo.

Se l’associazione dovesse darsi un voto dopo 20 anni di vita, che voto sarebbe?
Direi un voto molto positivo, tra l’8 e il 10. I Free Bikers nacquero agli albori del nuovo Millennio da un’idea diversa di intendere le due ruote, molto più attenta all’apprezzamento del paesaggio e alla socialità. Sembrava un azzardo e invece la crescita costante degli iscritti ci ha dimostrato che era la direzione giusta.
Cosa contraddistingue, quindi, la vostra associazione?
La nostra quasi totale indifferenza rispetto al cronometro. Quando si è cicloamatori, si finisce spesso per diventare schiavi del tempo e, perché no, anche dell’attenzione spasmodica all’alimentazione. Per noi, invece, la pedalata deve essere un’occasione per stare insieme, godersi il mondo che ci circonda e, soprattutto, fermarsi alla fine per mangiare in compagnia. In quanto a pane e salame, devo dire che abbiamo pochi rivali (ride, nda).
Come è nata questa diversa interpretazione dell’associazionismo sportivo?
Dai viaggi all’estero. Io e gli altri fondatori rientravamo un tempo nel novero degli “invasati”. Poi, girando il mondo in sella alle nostre biciclette, ci siamo resi conto che nel mondo le due ruote sono soprattutto uno strumento di convivialità. Vedevamo la gente che usava bici con pedalata assistita e abbiamo capito che non conta per forza pedalare tanto, sudare e faticare, quanto lo stare insieme.
Dovesse scegliere un evento per raccontare questi primi vent’anni?
Direi la randonnée organizzata nel 2011. Fu il culmine della nostra associazione e coinvolse tanti appassionati, chiamati a percorrere tratti che potevano variare tra i 150 e i 400 chilometri, partendo ed arrivando al villaggio sportivo di Fossano, dove si mangiava e si dormiva. Fu un grande momento.
Nel corso di questo ventennio vi siete anche distinti per i continui tentativi di promozione della bicicletta tra la popolazione…
Insieme alla socialità, la diffusione della ciclabilità è il nostro grande obiettivo. Specialmente muovendosi nel Nord Europa, ci si accorge di quanti passi deve ancora compiere la nostra cultura in questa direzione: là si va in bicicletta sempre, anche sotto la pioggia, e la si concepisce come un reale mezzo di trasporto, da sostituire all’automobile o al motorino. Quella dev’essere la direzione della nostra comunità, che punta al rispetto dell’ambiente.
Un obiettivo che vi ha visti promotori di un’iniziativa anche nel 2021…
Come associazione, in concomitanza con la partenza del Giro d’Italia femminile da Fossano il prossimo 2 luglio, abbiamo proposto all’amministrazione comunale di aderire all’iniziativa, già sposata da molti Comuni in Italia, di affiggere una targa con scritto “Città della bicicletta” all’entrata in Fossano. Ci sembra un bel modo per affermare il nostro legame con le due ruote e per invitare gli automobilisti a rispettare i ciclisti lungo le strade. Speriamo che possa trovare compimento!
Come festeggerete i vostri 20 anni?
Ci stiamo chiedendo se sarà fattibile o se dovremo rinviare le celebrazioni. Purtroppo la pandemia ci ha un po’ frenati nell’ultimo anno e mezzo, ma siamo pronti a tornare non appena si calmerà. Di certo, non mancherà la Fossano-Ceriale, nostra tappa fissa, così come una gita nelle Langhe, con le famiglie al seguito. Molto dipenderà dall’evoluzione della situazione pandemica.
Può essere la bicicletta il simbolo di libertà da cui ripartire dopo il Covid-19?
La risposta sta nelle molte pedalate fatte in questi mesi. Per molti “non fanatici” le due ruote hanno rappresentato la vera ancora di salvezza nelle difficili settimane segnate da chiusure e isolamento. La bicicletta è la nostra valvola di sfogo e noi speriamo presto di poter tornare a viverla in compagnia.
c.c.

Il servizio su La Fedeltà di mercoledì 26 maggio 2021