Da Bene Vagienna all’Eremo di Cherasco

Il reportage da "la Fedeltà" dedicato ai percorsi "en plein air" continua con un itinerario verso un ex-monastero (ideale per le mtb)

Continua il reportage de “la Fedeltà” dedicato ai percorsi “en plein air”, che per i nostri lettori non ha più bisogno di presentazioni.

Quando “natura” fa rima con “cultura”: o, almeno, con quello che ne resta. L’itinerario che proponiamo permette di raggiungere, da Bene Vagienna, ciò che sopravvive dell’Eremo camaldolese di Cherasco, toccando il territorio di Salmour.

Al ritorno non si percorre la stessa traccia, se non in parte: siamo infatti riusciti a “chiudere” un anello, che generalmente viene preferito al percorso andata-ritorno. Quasi tutto l’itinerario si snoda su strade con poco traffico o sterrate; è da affrontare in mountain bike.

La partenza è fissata in piazza Divisione Alpina Cuneense a Bene Vagienna, vicino alla caserma dei carabinieri. Di qui si prosegue verso Salmour, sfruttando prima viale Rimembranza e poi la strada “vecchia” per Fossano. Poco dopo l’area artigianale, si è su sterrato; e si fa a meno dell’asfalto per lunghi tratti, fino alla frazione Sant'antonino di Salmour. Di qui si raggiunge l’Eremo camaldolese di Cherasco con una stradina asfaltata; dal complesso si prosegue, percorrendo un bel tratto di sterrato, il centro di Salmour. A questo punto si torna nuovamente a Sant’Antonino e, dalla rotatoria principale, a Bene Vagienna sfruttando una stradina asfaltata che permette di attraversare alcune frazioni della città augustea, lungo il canale Sarmassa.

Un piccolo cenno lo merita di certo l’Eremo camaldolese di Cherasco, fondato nel Seicento dall’omonimo ordine religioso appartenente alla famiglia benedettina. Dopo fasi alterne di abbandono e rinascita, oggi il complesso conserva ben poco di quello che era in origine. La sorte peggiore è toccata alla chiesa che, sconsacrata, in passato è stata perfino usata per esercitazioni di caccia e ora è un ricovero per mezzi agricoli; il convento era stato finalmente restituito al pubblico dopo essere stato trasformato in un ristorante che, tuttavia, è chiuso da anni.

Il percorso - di quasi 26 chilometri, con numerose paline indicatrici che aiutano a non smarrire la traccia - non presenta particolari difficoltà, se non per i solchi lasciati dai trattori in alcuni tratti. Particolare attenzione dev’essere però posta quando ci si avvicina a Sant’Antonino di Salmour giungendo da Bene Vagienna: al termine della sterrata che porta nella frazione è stata posta, su un canale di scolo, una griglia che, avendo maglie larghe, “intrappola” facilmente le ruote della bicicletta.

Qui la traccia da scaricare