L’Amministrazione Tallone ha voluto che Fossano uscisse dal Sistema di accoglienza e integrazione migranti, l'ex Sprar, ora Sai che permette di ospitare piccoli gruppi di stranieri in singoli alloggi e facilitare così l’integrazione: una risposta molto più efficace di altre, proposte in precedenza dal Governo e totalmente a carico dello Stato. Il mondo del volontariato sociale e la Chiesa locale esprime preoccupazione per la scelta del primo cittadino. Non si tratta solo di una questione di principio (rispetto dei diritti delle persone, affermazione dei principi di fratellanza e solidarietà); si sottolinea come un'amministrazione abbia la responsabilità di trovare risposte adeguate in un mondo che cambia. E il fenomeno dell'immigrazione è l'espressione plastica di questo cambiamento, anche a Fossano, dove il 10% di cittadini proviene da Paesi esteri; nelle scuole primarie questo numero raggiunge il 15%, il che significa che a Fossano la percentuale sarà questa. C'è inoltre un' altra questione: i fatti ci domostrano che la nostra economia ha bisogno dei migranti (nelle nostre stalle e nei nostri campi gli operai agricoli sono stranieri); nelle nostre case le badanti e le colf sono principalmente straniere; nei canieri edili e nelle piccole aziende gli artigiani si rendono conto che i giovani stranieri rispondono alle esigenze cui le nostre giovani generazioni faticano a ripsondere in modo adeguato: non a caso, nonostante la disoccupazione, non si trovano saldatori e altre figure che richiedono un impegno in orari festivi (camerieri, lavapiatti, ecc...).
(Photo by Loren Joseph on Unsplash)
Su La Fedeltà di mercoledì 9 giugno l’approfondimento con interviste e testimonianze.