Migranti: “Uno scatto di umanità e di solidarietà sarebbe il segno di un’Europa che riparte”

Lo afferma mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, nella Giornata mondiale del rifugiato

Profughi

“Davanti ai nostri occhi, quasi ogni giorno, vengono ripresentati i volti, le storie, le sofferenze e i drammi di chi cerca di attraversare il Mediterraneo, il Mare nostrum che sembra che l’Europa ignori, come dimostrano le morti sempre più numerose – oltre 700 dall’inizio del 2021 – i respingimenti continui, le omissioni di soccorso, ma soprattutto gli abbandoni di persone al di là del Mediterraneo, in Libia: fratelli tutti, tutte sorelle abbandonate al loro destino. Una strage sotto gli occhi di tutti, ma che sembra interessi solo a pochi”. Lo afferma mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione episcopale per le Migrazioni della Cei, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. Una ricorrenza che – osserva – “quest’anno riporta alla nostra attenzione il cammino di 80 milioni di persone, di cui 50 milioni di sfollati interni in diversi Paesi a causa delle guerre e dei conflitti in atto e dei disastri ambientali, 26 milioni di rifugiati e oltre 4 milioni di richiedenti asilo”. “È un popolo in cammino che lascia un Paese, una casa e non trova sempre una casa e un Paese ad accoglierlo”, sottolinea mons. Perego. Ricordando che il diritto d’asilo “di fatto è ancora negato”, l’arcivescovo sottolinea che “in questo giorno si alza forte il grido per una nuova operazione europea di soccorso in mare che abbia ancora una volta l’Italia come protagonista e per un nuovo sistema di accoglienza europeo”. “Al tempo stesso – aggiunge –, è urgente ripensare gli accordi con la Turchia e la Libia, perché il diritto d’asilo sia al centro e, attraverso i corridoi umanitari, possa estendersi anche alle persone più fragili e deboli. Uno scatto di umanità e di solidarietà sarebbe un segno di un’Europa che riparte e si rinnova dopo la pandemia proprio a partire dalla tutela dei richiedenti asilo e rifugiati”.