Come sarà la Casa di riposo del futuro

Ambizioso progetto della Fondazione Crc, che punta a trasformare le Rsa in Centri servizi per gli anziani del territorio

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Garantire la “Sostenibilità futura del sistema delle Residenze sanitarie assistenziali” e rendere quanti sono accolti in queste strutture strutture sempre più “abitanti” piuttosto che “ospiti”; ma al tempo stesso far sì che esse – in provincia di Cuneo sono oltre 150, alcune piccole o molto piccole – ripensino se stesse, aprendosi al territorio fino a diventare un Centro servizi per gli anziani. Questo, in estrema sintesi, l’obiettivo dell’iniziativa “Residenze di Comunità”, che è promossa e finanziata dalla Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo e coinvolge Confcooperative Cuneo, Associazione provinciale cuneese Case di riposo, associazione “La bottega del possibile” e il dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino. La convenzione fra gli enti coinvolti è stata firmata lo scorso 17 giugno; la stessa Fondazione Crc ha già messo a disposizione 55mila euro perché il progetto muova i primi passi.

La pandemia di coronavirus ha duramente colpito molte Case di riposo, condizionandone notevolmente i bilanci: l’ambizione è affrontare questo momento di crisi ravvisando delle opportunità di cambiamento. Nasce così “Residenze di comunità”: “Abbiamo deciso di promuovere – spiegano dalla Fondazione Crc – una collaborazione istituzionale per realizzare un’attività di ascolto e una successiva progettazione finalizzate a garantire sostenibilità futura del sistema delle strutture residenziali. L’oggetto principale della ricerca-azione, che si svolgerà nei mesi di giugno e settembre, riguarda la raccolta di indicazioni dalle Case di riposo e dagli enti coinvolti a vario titolo e la modellizzazione di nuove soluzioni residenziali per gli anziani in provincia di Cuneo”. La convenzione firmata, intanto, “istituisce un Comitato di monitoraggio e coordinamento del progetto, che si riunirà con cadenza mensile e avrà il compito di formulare le linee di progettazione tecnica delle attività, monitorare e supervisionare l’andamento della ricerca e dei focus group previsti e, infine, stabilire le linee di modellizzazione da proporre per il futuro".

“L’obiettivo è garantire sostenibilità futura alle strutture e individuare, insieme, nuovi modelli e nuove soluzioni”, sottolinea Ezio Raviola, vice-presidente della Fondazione Crc, mentre Giuliana Turco, consigliere generale dell’ente e presidente del Comitato di monitoraggio e coordinamento del progetto, evidenzia che “la collaborazione e il fare squadra sono i due elementi-chiave della convenzione firmata”. “La partenza di questo progetto è davvero una buona notizia per tutto il sistema delle case di riposo, un patrimonio di conoscenze e di pratiche che la nostra comunità è chiamata e preservare e rinnovare in una prospettiva di sostenibilità futura”, commenta Paolo Tallone, referente di Confcooperative Cuneo, mentre Silvio Invernelli, presidente dell’Associazione provinciale cuneese Case di riposo osserva che “supportare le residenze per anziani significa supportare le comunità locali” e per questo “è necessario ripensare i modelli organizzativi in una logica di reale integrazione di servizi pubblici e privati e di un’evoluzione che porti le Case di riposo a diventare veri centri di servizi alla persona”. “Promuovere processi di cambiamento che possano aiutare a far cambiare prospettiva e far sì che le persone non si sentano più ospiti, ma abitanti delle residenze, è essenziale in questo momento storico”, secondo Salvatore Rao, presidente de “La Bottega del possibile”, mentre Norma De Piccoli, professoressa di Psicologia sociale e di comunità all’Università degli studi di Torino e referente scientifica del progetto, fa notare che “in una provincia come quella di Cuneo le residenze per anziani rappresentano un presidio essenziale, soprattutto per le comunità montane e isolate”.