Tornano a crescere gli incidenti mortali

Lungo le strade della Granda, il trend era migliorato nel 2020, per il blocco degli spostamenti voluto nella lotta al coronavirus

Foto Loris Salussolia

Diciotto vittime nei primi sei mesi del 2021 lungo le strade della Granda. Dopo il 2020 in cui il blocco degli spostamenti voluto nella lotta al coronavirus aveva invertito il trend, nell'anno corrente torna a salire il numero di incidenti mortali. Lo registra la Provincia: “La progressiva ripresa degli spostamenti e delle attività lavorative riportano su valori medi il bilancio dei morti, che era stato di 19 persone per lo stesso periodo del 2019, ma era sceso a 11 nel 2020 a motivo dei lockdown e delle chiusure”.

Tra le vittime in questi primi sei mesi, ci sono due motociclisti, due ciclisti e due pedoni. Il mese più funesto è stato maggio, con 8 morti, mentre nei primi tre mesi dell’anno da gennaio a marzo si sono verificati 3 decessi.

I dati sono raccolti dall’ufficio Stampa della Provincia di Cuneo, che si basa sulle notizie fornite dai giornali, i cui numeri non sono “ufficiali” ma corretti. Continuano dall’ente: “Il record dei morti per incidenti stradali lungo le strade della provincia risale all’inizio del censimento nel 1998 con 138 casi. Poi i numeri sono scesi progressivamente: 125 morti nel 1999, 122 nel 2000, 115 nel 2001, 116 nel 2002, 116 nel 2003, 105 nel 2004, 83 nel 2005, 71 nel 2006, 78 nel 2007, 72 nel 2008, 57 nel 2009, 68 nel 2010. Negli ultimi dieci anni la media si è attestata intorno ai 45 morti all’anno - 51 nel 2011, 51 nel 2012, 48 nel 2013, 42 nel 2014, 48 nel 2015, 33 nel 2016, 59 nel 2017, 44 nel 2018 e 44 nel 2019 - con l’eccezione del 2016 che ne registrò 33 e, appunto, il 2020 della pandemia con 38 decessi. Il calcolo non tiene conto delle persone ferite, né di coloro che in seguito ad un incidente stradale hanno avuto conseguenze o disabilità a volte gravissime”.

Tra le principali cause degli incidenti, ci sono “la velocità elevata, i sorpassi, le mancate precedenze, ma anche la distrazione soprattutto legata all’uso dei telefoni cellulari ed in alcuni casi a malori o impedimenti legati all’età avanzata”. Si aggiunge un antico problema per la Granda, quello delle infrastrutture: “Le cause di incidentalità nel Cuneese – concludiono dalla Provincia – sono in parte dovute anche alle condizioni delle strade, ma soprattutto alla vastità del territorio, alla presenza di tanti piccoli e medi centri abitati e all’assenza di grandi infrastrutture di comunicazione e autostradali che obbligano i cittadini ad utilizzare la normale viabilità comunale o provinciale per gli spostamenti quotidiani”.