Caritas su Recovery plan: “Raggiungerà l’obiettivo se ridurrà le disuguaglianze sociali”

L’analisi dell'organismo della Chiesa cattolica: “Manca il tema migrazioni e integrazione, asili nido sottofinanziati”

Don Francesco Soddu
Don Francesco Soddu (Foto Sir/Calvarese)

Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza “manca il tema migrazioni e integrazione, gli asili nido sono sottofinanziati, non c’è la governance sussidiaria né il riferimento all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. Sono alcuni degli aspetti messi in evidenza dagli analisti di Caritas italiana, durante il webinar intitolato “La Repubblica imperfetta” che ha preso in esame, a partire da due dossier on line sul sito Caritas, i dettagli tecnici del piano di politiche pubbliche post pandemia. Lo scopo è cercare di orientare meglio la propria azione tra i poveri, nei territori, attraverso le Caritas diocesane e segnalare alle istituzioni pubbliche le mancanze.

“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza raggiungerà il suo obiettivo se saprà cambiare in concreto il Paese e le prospettive di chi incontra maggiori difficoltà” ha detto don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, aprendo il webinar. Il Pnrr, ha precisato don Soddu, “è un orizzonte di politiche pubbliche. È quindi un atto di responsabilità immergersi nella sua complessità. Il tema riguarda infatti noi e il futuro del nostro servizio tra i poveri. È un documento che ci interroga, in quanto organismo pastorale, su come agire per ridurre i divari esistenti, sempre in una logica di sussidiarietà”. In questo senso, ha proseguito, “ci offre l’occasione per continuare il nostro lavoro di advocacy per le persone meno favorite, perché essere cittadini e cristiani non sono cose differenti ma si uniscono, come diceva il nostro primo presidente, mons. Giovanni Nervo”. Rispondendo quindi all’esortazione di Papa Francesco in occasione dell’udienza per i 50 anni di Caritas italiana a “guardare alla realtà con gli occhi dei poveri, altrimenti non si capisce nulla”, don Soddu ha invitato ad operare nei territori e “contribuire alla crescita del nostro Paese costruendo un dialogo sociale competente, basato su una analisi condivisa”.

Secondo Francesco Marsico, responsabile area nazionale di Caritas italiana, “dobbiamo occuparci del Pnrr in maniera plurale e dialogica, non per trovare spazi ma per costruire alleanze e avviare processi. Ma soprattutto per verificare il posto dei poveri all’interno del piano e testare la nostra capacità di capire il presente e ipotizzare il futuro”. Marsico ha ricordato le priorità del Pnrr: “Donne, giovani e Mezzogiorno, divari di genere, generazionali e territoriali” e le relative risorse disponibili nei vari settori. Intenzione della Caritas, nel suo lavoro di advocacy a favore dei poveri, è di segnalare le varie mancanze e sviluppare alleanze con altre realtà della società civile. Un approccio che tenga conto anche della dimensione internazionale e dei riferimenti alla dottrina sociale della Chiesa. “Certi meccanismi vanno messi in evidenza – ha aggiunto Massimo Pallottino, responsabile dell’Ufficio Asia e Oceania di Caritas Italiana -. Dobbiamo fare in modo che il Pnrr sia coerente con i principi dell’Agenda 2030 e diventi un luogo di riflessione e attenzione”.

All’esame del Pnrr e relative proposte Caritas italiana ha dedicato due dossier specifici a disposizione sul sito, il numero 65 e numero 67: “La prospettiva di lavoro – ha aggiunto Paolo Beccegato, vicedirettore di Caritas italiana – è di estendere la base, la governance sussidiaria, attraverso il dialogo sociale, che Papa Francesco chiama ‘amicizia sociale’. Si parla di una ‘Repubblica imperfetta’ come è stata definita dal presidente Sergio Mattarella, perché ci sono ancora troppe ingiustizie a livello sociale. Il tema delle disuguaglianze va quindi ora affrontato in modo adeguato”.