Nell’attesa di un progetto per la valorizzazione turistica che non arriva, ha deciso il padrone di casa, cioè il Comando delle truppe alpine: è infatti una strada militare la bellissima sterrata ("la Fedeltà ne ha parlato qui) che si estende sulla dorsale fra le valli Maira e Varaita, da Busca fino ai piedi del Pelvo d’Elva. Con un’ordinanza inviata ai dieci comuni il cui territorio è attraversato dalla Strada dei cannoni - questo il nome con cui l’itinerario è noto - le penne nere hanno stabilito il divieto di passaggio per i mezzi a motore, dopo un sopralluogo da cui sono emersi “rischi per l’incolumità”, dovuti alla carreggiata troppo stretta e alla carenza di slarghi dove si possano effettuare eventuali manovre.
“Sicurezza” e “mezzi a motore” sono le parole-chiave per il futuro della Strada dei cannoni, su cui da tempo ci si confronta e si litiga. Se sulla necessità di valorizzare in chiave turistica l’itinerario sono tutti d’accordo, ciò su cui manca l’intesa è il “come”. A dividere gli enti coinvolti in eventuali progetti di valorizzazione sono soprattutto i mezzi a motore: alcuni amministratori vorrebbero vietarne il passaggio, altri consentirlo nel rispetto di alcune condizioni come avviene lungo la Via del sale. Mentre si discute su vantaggi e svantaggi dovuti alla presenza (o meno) di moto da enduro, quad e 4x4, non si garantisce un’adeguata manutenzione alla sterrata, che spesso, negli ultimi anni, è stata colpita da frane. A ciò si aggiunge il problema della carreggiata stretta, giustamente denunciato dal Comando delle truppe alpine: in alcuni tratti, l’eventuale incontro fra veicoli che viaggiano in direzione opposta costringe(va) a una lunga retromarcia, da effettuare con lo strapiombo al fianco.
Servono, insomma, una manutenzione continua e un regolamento per l’accesso (le due cose sono collegate). Fra poco, complice l’introduzione della legge Bongioanni dedicata proprio alle strade bianche di montagna in Piemonte, potrebbe essere più facile trovare dei fondi, mentre - altra cattiva notizia - non è stato possibile accedere a quelli stanziati attraverso l’intesa fra Provincia e Regione sempre per questo tipo di percorsi.
Intanto il Demanio militare ha manifestato l’intenzione di cedere il sedime della strada, e quasi tutti i comuni nel cui territorio si estende la sterrata sembra(va)no interessati a diventarne i proprietari per sfruttare le enormi potenzialità turistiche del tracciato... Eppure nulla si muove, se non - dicevamo - le frane.
Del tutto comprensibili e condivisibili sono quindi le parole del sindaco di Busca, Marco Gallo, che è da tempo in prima linea per ottenere la gestione della Strada dei cannoni: “Lo scorso febbraio - scrive il primo cittadino - avevo lanciato una proposta ai colleghi sindaci per cercare insieme i fondi necessari ai lavori più urgenti per metter in sicurezza i tratti pericolosi, 100mila euro circa fra tutti, e contemporaneamente provvedere ad una regolamentazione del traffico e a un monitoraggio dei passaggi. Purtroppo, questa proposta per ora non ha avuto seguito. Adesso, dopo l’ordinanza del Demanio militare, senza fare polemiche, vorrei ricordare ai colleghi sindaci che se veramente crediamo nel progetto, bisogna passare dalle parole ai fatti e dimostrarci uniti nel fare per primi la nostra parte in attesa che ci sia concessa la gestione della strada, come il demanio ci ha garantito. Per superare gli ostacoli è necessario muoverci in modo organico e determinato. Non possiamo rischiare di far perdere al territorio una straordinaria opportunità di valorizzazione turistica”. Gallo affronta anche il problema dei soldi che arriveranno per altre strade bianche e non per quella dei Cannoni: “Dopo l’esclusione della Strada dei cannoni dai finanziamenti per le strade bianche dell’intesa Provincia-Regione, resa nota alcune settimane fa - aggiunge il primo cittadino di Busca -, avevo scritto al presidente della Provincia, Federico Borgna, per denunciare la scarsa attenzione verso un’opera giusta e strategica e chiedendo, in tempi rapidi, altre fonti economiche per non disperdere quanto è già stato fatto. Mi auguro ci siano risposte positive al più presto sia da parte dei Comuni interessai per l’intesa sugli interventi urgenti, sia dalla Provincia, perché si è già perso troppo tempo”.