Le decisioni sul mondo della scuola durante la pandemia sono state poco utili per il contrasto alla pandemia stessa, ma hanno duramente colpito bambini e ragazzi. Pertanto, in vista del nuovo anno scolastico, occorre adottare protocolli ben diversi. Questa, in estrema sintesi, la dura presa di posizione adottata dalle Rete nazionale Scuola in presenza, che rappresenta decina di migliaia di genitori, insegnanti e studenti italiani.
La Rete ha inviato una lettera al Comitato tecnico scientifico denunciando “il susseguirsi di dichiarazioni contraddittorie alla stampa sui requisiti per un rientro a scuola in presenza e in sicurezza per l’anno scolastico 2021- 2022”. I firmatari del documento fanno osservare che se nello scorso anno scolastico l’Italia è stato uno dei Paesi europei che hanno tenuto più a lungo le aule chiuse, oggi “l’evidenza scientifica internazionale è chiara e indubbia nel puntualizzare che le chiusure scolastiche non portano alcun beneficio nel contrasto alla pandemia e sono, anzi, associate a gravi effetti sulla preparazione, sulla salute fisica e mentale della popolazione scolastica”.
Secondo la Rete, pesanti contraddizioni nelle decisioni che hanno riguardato il mondo della scuola nella lotta al coronavirus sono già emerse durante lo scorso anno. Esse riguardano in particolare la “definizione di contatto stretto di una persona positiva e conseguente quarantena” (se si scopre che uno studente è contagiato l’intera classe viene messa in quarantena, sebbene i compagni indossassero la mascherina e rispettassero il distanziamento sociale), l’«utilizzo di mascherina sociale al banco» (è “un elemento di discriminazione degli studenti rispetto al resto del popolazione”, dal momento che in bar e ristorante l’impiego del Dpi non è obbligatorio se si è distanziati come distanziati sono i banchi in aula), “le raccomandazioni sull’aerazione dei locali scolastici” (manca chiarezza e c’è anzi una “forte discrezionalità”).
Altre sono le azioni che occorre intraprendere per la sicurezza a scuola. La Rete cita il miglioramento dei trasporti, l’allestimento di “ulteriori spazi che in particolari contesti si rendano necessari per garantire il distanziamento fra gli alunni”, il potenziamento dell’aerazione dei locali nel caso che il distanziamento non sia possibile, iniziative per il recupero delle competenze che gli studenti non hanno potuto maturare per la perdita delle lezioni in presenza.
Nella lettera al Comitato tecnico scientifico si sottolinea poi come “le affermazioni a mezzo stampa su presunte maggiori aggressività delle cosiddette varianti del virus nei confronti di bambini e ragazzi sono state completamente smentite dai dati scientifici”. Un esempio: “Nei mesi di febbraio-marzo 2021 fu diffusa la notizia che «variante inglese» colpisse soprattutto i bambini: non era vero, ma sulla base di questa notizia furono chiuse le scuole”.
A seguire, un cenno al “Green pass”, alla luce di quanto prevede il Regolamento europeo in funzione anti-discriminatoria: “La Rete ritiene le disposizioni del Regolamento sufficientemente chiare nell’escludere qualsiasi tipo di discriminazione, ad esempio l’imposizione della Didattica a distanza parziale o totale, a quei bambini e ragazzi che non sono vaccinati o la sospensione del servizio scolastico in presenza tout court in base a criteri di «epidemiologia difensiva»”.
Infine, da parte della Rete, una promessa: “Laddove le evidenze scientifiche non venissero tenute in conto e si verificasse una palese violazione dei diritti costituzionali dei cittadini e soprattutto dei minori, la Rete non esiterà a richiedere immediatamente una procedura d’infrazione per lo Stato italiano alla Commissione europea, oltre ovviamente ad esperire le già utilizzate vie legali tramite ricorsi al Tare al Consiglio di Stato, che, ricordiamo, hanno sancito la completa legittimità della richiesta di scuola in presenza per tutti gli studenti di ogni ordine e grado”.
Qui il testo completo della lettera: Protocollo Scuola 13 Luglio Definitiva ML