“Se non ci sarà la disponibilità a rivedere i tempi e a chiarire alcuni aspetti che riteniamo controversi, noi voteremo No”. Antonio Panero, vice-sindaco di Centallo, è uscito contrariato dall’ultima assemblea dello Csac, il Consorzio socio-assistenziale che si è riunito giovedì 22 luglio nella sede di via Savona a Cuneo. All’ordine del giorno non c’era (ancora) l’aumento delle quote capitarie - ovvero del contributo che ogni Comune versa annualmente al Consorzio per lo svolgimento delle proprie attività a servizio di anziani, minori e disabili. Ma il tema aleggiava sull’assemblea e Centallo, con gli altri Comuni di pianura (Margarita, Montanera, Morozzo, Beinette, Tarantasca e Castelletto Stura), lo ha portato al centro del dibattito.
L’opzione sostenuta dal Cda è quella di portarle dagli attuali 19,5 euro a persona a 26 o 28 euro a persona, uniformandole a quelle degli altri Comuni del Consorzio (in tutto sono 53) che oggi pagano di più (la forbice va dai 22 euro dell’area di Dronero ai 48,84 euro di Cuneo) e per coprire le spese di internalizzazione nel Consorzio dei servizi che i Comuni (alcuni di essi) ancora gestiscono da sé. Per Centallo, in particolare, vorrebbe dire passare da una contribuzione annua di 135 mila ad una di 190 mila euro, secondo i piani finanziari già definiti da una Commissione ristretta. Un incremento che - secondo i medesimi piani - dovrebbe essere ratificato dal voto dell’Assemblea previsto a settembre, con passaggio graduale al nuovo regime tariffario a partire dal 2022.
Panero (con la sua Amministrazione) non è d’accordo. E spiega il perché.
Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 28 luglio