“Snake Eyes: G.I. Joe le origini” – “Sognando a New York- In the Heights”

Snake Eyes Gi Joe Le Origini

SNAKE EYES: G.I. JOE LE ORIGINI
di Robert Schwentke; con Henry Golding, Andrew Koji, Úrsula Corberó, Samara Weaving, Haruka Abe.
Quarto film della saga G.I. (“G.I. la nascita dei Cobra”, 2009; “G.I. la vendetta”, 2013; “G.I. Ever vigilant”, 2020) questo “Snake Eyes: G.I. le origini” è una sorta di spin off della serie e si concentra sul personaggio di Snake Eyes, uno dei più valenti membri del gruppo militare G.I. Joe, forza armata impegnata contro il terrorismo su scala internazionale. Ancora bambino, il futuro Snake Eyes vede bruciare la casa e uccidere suo padre per mano di una banda di assassini. Vent’anni dopo (neanche fossimo in romanzo di Dumas…) Snake Eyes salva la vita ad un uomo che poi si scoprirà essere l’erede legittimo di un antico clan giapponese, l’Arashikage. Legato da un debito di sangue, Thomas come premio per essere stato salvato ammette di diritto Snake Eyes all’Arashikage, dove il giovane viene introdotto alla dottrina del clan ed avviato agli insegnamenti per divenire un guerriero ninja. Intanto però l’organizzazione terroristica Cobra sta progettando una nuova serie di attentati ed anche l’ingombrante passato di Snake Eyes lentamente viene a galla…
Roboante action movie a cavallo tra l’avventuroso e il fantastico, per certi versi una sorta di “wuxiapian” in salsa moderna, “Snake Eyes: G.I. le origini” cattura per le spettacolari scene d’azione (gli inseguimenti in autostrada hanno davvero dell’incredibile) ma certo non si va molto oltre, corse in auto, coreografiche scazzottate in un mondo rigorosamente diviso tra buoni e cattivi, grande sfoggio di arti marziali e di sorprendenti effetti visivi. Il cinema come pura evasione, niente di più.

Sognando a New York

SOGNANDO  A NEW YORK - IN THE HEIGHTS
di Jon M. Chu; con Anthony Ramos, Corey Hawkins, Leslie Grace, Melissa Barrera, Daphne Rubin-Vega.

Dopo dodici anni di repliche e successi nei teatri di Broadway (e quattro premi Tony vinti) diventa un film il musical “In the Heights” scritto da Lin-Manuel Miranda e Quiara Alegría Hudes e diretto, il film, da Jon M. Chu.
Quartiere multietnico di New York abitato in prevalenza da ispano-americani, Washington Heights è poco distante da Harlem e le mescolanze tra la cultura ispanica e quella afroamericana si fanno sentire, a cominciare dalla musica che è un sovrapporsi di soul, blues, salsa, rap e ritmi latini. Qui vive Usnavi (nome decisamente bizzarro ispirato a suo padre da una nave della marina statunitense, la U.S. Navy) che gestisce una “bodega” di prodotti alimentari ma coltiva il sogno di restaurare il “chiringuito” che il padre possedeva a Santo Domingo e lasciare gli Stati Uniti. Ma in realtà, lasciare Washington Heights, non è così semplice e il ritorno in città della sua amica d’infanzia Nina dopo il primo anno di college, cambierà i piani di Usnavi e non soltanto i suoi. Storia romantica strabordante di musica (la cosa migliore), energia e buoni sentimenti, “Sognando a New York- In the Heights” è un film corale fatto di tante piccole storie che si tengono in equilibrio tra di loro – c’è Kevin Rosario, proprietario di una piccola impresa di taxi, c’è sua figlia Nina che è andata a studiare a Stanford, ma poi è tornata a Washington Heights, c’è Benny che lavora con Kevin ed è innamorato di Nina, c’è Vanessa che vorrebbe diventare una stilista e di cui è Usnavi è innamorato - e gravitano, com’è ovvio, sul quartiere visto come una comunità solidale e compatta. Favola musicale e, al contempo, affresco sociale, il film declina e aggiorna il Sogno Americano ai tempi e alle situazioni odierne mostrandoci una società multietnica e multiculturale dove le diverse comunità - in questo caso quella ispanico-americana - non vogliono più rinunciare alle proprie radici e alle proprie identità culturali e al contempo desiderano veder riconosciuti i propri contributi al Paese, consapevoli che un mondo di culture plurali e reciprocamente rispettose costituisce la miglior premessa per un modello di umanità aperto al dialogo e alla differenza.