Alpi acque, la Società mista per la gestione del servizio idrico a Fossano, ha un nuovo quartier generale, che si affianca a quello di piazza Dompè. È quello di San Magno, tra Fossano e Maddalene, lungo la strada per Centallo. Lo si può osservare transitando lungo la strada: è un edificio tinteggiato con i “colori sociali” verde e blu e ha impresso sulla facciata il logo della Società. Il fabbricato presidia un’area acquistata dal Comune nel 2011 dove sono stati scavati, a 130 metri di profondità, i due nuovi pozzi per la captazione dell’acqua. Anticipando l’inaugurazione, prevista a settembre, gli abbiamo fatto visita in compagnia del presidente di Alpi acque Simone Mauro, dell’ad Claudio Careglio, del capo servizio Enrico Barbero, del sindaco di Fossano Dario Tallone e del consigliere comunale e senatore Giorgio Bergesio.
Dentro al quartier generale trovano posto, oltre ad uffici e al locale per i servizi tecnici, due serbatoi da 460 metri cubi ricolmi dell’acqua che proviene dalle profondità della terra e che viene convogliata a Fossano per gravità tramite le condutture posate in via Centallo. Di fianco ai serbatoi è stato collocato il gruppo di rilancio, un sistema di pompaggio “intelligente”, con sensori nei punti strategici della rete, che permetterà di ottenere una pressione costante dell’acqua all’interno delle tubazioni. Nella strategia di Alpi acque, l’impianto di San Magno dovrà essere completato con un terzo pozzo e due nuovi serbatoi, per arrivare a una capacità complessiva di 1.250 metri cubi d’acqua. Ma non è prevista la dismissione totale dei vecchi pozzi ancora in funzione a Fossano. Resteranno attivi, infatti, i due esistenti in regione Coronata e uno sui tre tuttora presenti nell’area di piazza Dompè. Il tutto con l’obiettivo di “diversificare”, ovvero suddividere l’intera rete acquedottistica della città (circa 94 km di tubazioni) in distretti più piccoli, per facilitare le attività di ricerca perdite e gli interventi di sostituzione delle condotte di distribuzione.
La fotografia in divenire è quella di un distretto nord (via Torino, via del Santuario) servito dai pozzi Coronata (per un consumo medio di 12 litri al secondo di giorno e 3 di notte), di un distretto sud (via Salmour, via Palocca, via Cuneo) servito dal pozzo “del Piano” (quello di piazza Dompè, per un consumo di 14 litri al secondo di giorno e di 6 di notte) e di tutto il resto di Fossano (il 65-70% delle 5 mila utenze cittadine) servito dai pozzi di San Magno. Il geometra Barbero ha verificato che il sistema potrà garantire una fornitura di 180 litri al secondo, a fronte di un consumo che nei momenti di picco arriva a circa 135.
L’intera operazione, oggi attiva solo in parte, potrà dirsi compiuta a settembre, quando verranno spente le pompe e dismessi due vecchi pozzi di piazza Dompè (il pozzo “Paglia” e il pozzo “Bongioanni”) e, contemporaneamente, entrerà in funzione il nuovo sistema di pompaggio, di cui Alpi acque è molto orgogliosa. Il nuovo gruppo di rilancio permetterà, infatti, anche una consistente riduzione dei consumi energetici, di circa 350 Mwh/anno, pari a 66 tonnellate di petrolio equivalente. Il risparmio è stato riconosciuto dal Gse con i “certificati bianchi” e la Società ne ricaverà un controvalore monetario di 82 mila euro in cinque anni.
La rivoluzione in corso risparmierà, invece, il serbatoio pensile di via Craveri, ristrutturato di recente, che continuerà a svolgere funzioni di vasca di compensazione, con la sua capacità di 210 metri cubi. Tutti lo conoscono come la “torre dell’acquedotto”, pochi (forse) sanno che si tratta della prima struttura in cemento armato realizzata nella provincia di Cuneo a fine ‘800 inizio ‘900.
Tutti gli investimenti rientrano nel Piano d’ambito concordato con l’Ato Cuneo e sono finanziati da Alpi acque con le proprie risorse. Tallone e Bergesio si compiacciono della qualità dell’investimento, “che - sottolineano - è di grande valore prospettico. Permette, infatti, al Comune di Fossano di rivedere la sua rete idrica assicurando una maggiore qualità dell’acqua ai suoi cittadini e un efficientamento della rete con la riduzione delle perdite. Tutti obiettivi in linea con l’Agenda 2030 dell’Onu”. Dal presidente Mauro l’accento cade, infine, sull’impegno sostenuto dalle Società, “senza contributi pubblici” e “realizzato tutto «in house» da personale dell’azienda, dalla progettazione alla cantierizzazione, che ringrazio per la grande professionalità”.