Nel giugno scorso il gruppo di riflessione su fede e politica dell’Azione cattolica regionale ha promosso un incontro dedicato alla Settimana sociale dei cattolici, in programma a Taranto dal 21 al 24 ottobre.
Il sociologo fossanese Silvio Crudo, che fa parte del gruppo regionale di Ac, a seguito dell’incontro mette in evidenza tre questioni che meritano di essere tenute presenti per il futuro.
1) Tanto rumore per...
La prima riguarda il contrasto che emerge tra lo sforzo profuso nell’organizzare un evento nazionale di questo tipo e il riscontro che di esso si è avuto fino ad ora a livello di base (nelle parrocchie e in molte diocesi). È una sensazione questa che è tornata spesso negli ultimi decenni in coincidenza con eventi ecclesiali di portata nazionale, e proprio per questo sollecita qualche domanda.
Questo contrasto nasce da un limite organizzativo, legato al modo in cui queste iniziative sono pensate? Oppure nasconde una contraddizione più profonda che riguarda il modo stesso in cui le Comunità cristiane, a livello di base, ordinariamente interpretano il loro compito primario (vivere e annunciare il Vangelo)? Un compito che si risolve spesso nella gestione dei servizi esistenti. Mentre fatichiamo in quell’attento discernimento sulle sollecitazioni che vengono dalla vita concreta delle persone e dai problemi (di lavoro, sociali, culturali ed economici). Sollecitazioni e problemi che svelano le contraddizioni presenti sul territorio che la Comunità abita.
2) Ma come la pensano i cristiani?
La seconda questione, legata alla prima, riguarda l’effettivo orientamento dei cosiddetti “praticanti” rispetto a temi come quelli che saranno discussi a Taranto. Le ricerche sociali, specie quelle più recenti, segnalano come il silenzio delle comunità su questi temi finisca di fatto per occultare orientamenti che sono in realtà molto diversi tra di loro e, per una parte non irrilevante, anche lontani da quelli espressi nelle tesi dei documenti preparatori. Entrare nel merito di queste differenze significa interrogarsi sul rilievo effettivo che viene dato dai cristiani ai documenti del Magistero, nel decidere i propri comportamenti e nell’elaborare i criteri utilizzati per giudicare la realtà e il tempo che si vive. Una cosa questa che non è di poco conto.
3) Quale rapporto con la politica?
L’ultima questione riguarda l’intreccio che si vuole realizzare per il futuro, tra i temi della Settimana sociale e le scelte che la politica ha fatto, o si appresta a fare, sugli stessi temi. “Ambiente, lavoro e futuro” sono infatti anche i temi con cui sarà chiamato a misurarsi nei prossimi anni gran parte del cosiddetto Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).
A meno di pensare che la Settimana sociale si risolva nella enunciazione di qualche auspicio (cosa che non crediamo plausibile), ci chiediamo quindi se non sia opportuno pensare fin d’ora di promuovere con le associazioni laicali, da parte degli Uffici regionali della Pastorale sociale e del lavoro, gruppi di lavoro dedicati, con il compito di monitorare con continuità il modo in cui gli obiettivi che saranno proposti a Taranto troveranno concreta realizzazione nei vari territori, non solo nelle azioni decise su base volontaria, ma su quelle che saranno promosse dal Pnrr.
Silvio Crudo
(da “Costruire la città”, servizio documentazione Ac Piemonte - Valle d’Aosta
n. 30/giugno 2021)