Vaccinarsi? È un atto d’amore per gli altri

Lo afferma il direttore di Famiglia Cristiana rispondendo ai lettori, che aggiunge: “I no-vax non possono addurre motivazioni religiose”

Vaccini Covid Hub Termini Roma - Croce Rossa
(foto SIR/Marco Calvarese)

«Vaccinarsi è un atto d’amore verso il prossimo». Questa è «l’unica motivazione davvero religiosa» che dovrebbe ispirare le scelte dei credenti di fronte alla pandemia. Lo scrive don Antonio Rizzolo, direttore di Famiglia Cristiana, nella storica rubrica "Colloqui col padre" (FC n. 31) rispondendo alle riflessioni e ai dubbi di alcuni lettori sulla campagna di immunizzazione e le relative polemiche. Una lettrice in particolare afferma di essere preoccupata per «la linea anti-vaccino che mi sembra prevalga in maniera eccessiva nella Chiesa», tanto che alcuni sostengono che il siero viene prodotto con i feti abortiti. «Perché la Chiesa avalla o comunque non denuncia queste posizioni, prese anche da sacerdoti? Secondo me vaccinarsi è un atto d’amore verso gli altri, per difendere sì me stesso, ma soprattutto il mio prossimo. Vaccinarsi è evangelico e non vaccinarsi uno spudorato atto di egoismo individuale e sociale», conclude la lettrice, che si dichiara una cristiana impegnata in parrocchia.
Nella sua riposta, il direttore di Famiglia Cristiana ricorda che per quanto riguarda le motivazioni religiose dei no-vax «la questione dell’origine da feti abortiti è stata spiegata più volte, anche da una Nota della Congregazione per la Dottrina della fede del 21 dicembre 2020». Inoltre, aggiunge, «c’è una visione antistorica della fede, che rinnega di fatto l’incarnazione di Cristo. Una tentazione costante nella storia della Chiesa». La verità, conclude don Rizzolo, è che «l’unica motivazione davvero religiosa è quella della nostra lettrice: “Vaccinarsi è un atto d’amore verso gli altri”».