Fondi per chi va a vivere in montagna

Al via la campagna della Regione Piemonte, che punta a ripopolare i comuni "in quota" con meno di 5mila abitanti

Fondi regionali per chi va a vivere in montagna

Se la vita che sognate sta a qualche centinaia - o, perché no?, ad un migliaio - di metri d’altitudine sopra la vostra testa, sappiate che qualcuno è pronto ad aiutarvi perché possiate superare questo dislivello. La Regione Piemonte ha lanciato una campagna nazionale che prevede “incentivi per chi sceglie di trasferirsi da una città italiana in uno dei piccoli Comuni di montagna incastonati tra le Alpi piemontesi”. Più precisamente, “chi risiede in un centro urbano in Italia e intende acquistare o recuperare un immobile in un Comune montano del Piemonte con meno di 5.000 abitanti, da rendere prima casa trasferendovi la propria residenza, potrà aderire ad un bando della Regione Piemonte che offre contributi da 10 a 40 mila euro”.

I criteri
La residenza è condizione necessaria, ma non sufficiente per quanti vogliono aderire al bando.
È decisiva anche l’età. Possono presentare la domanda soltanto quanti sono nati a partire dal 1955, e un punteggio più alto verrà assegnato ai nati dopo il 1980 in un’evidente ottica di favorire la “migrazione” verso la montagna dei giovani.
Altri elementi che faranno ottenere un punteggio maggiore sono “l’attività lavorativa esercitata in un paese montano oppure in smart-working almeno al 50% nell’abitazione per la quale si chiede il finanziamento, un Isee uguale o inferiore a 20.000 euro, almeno un figlio di età uguale o inferiore a 10 anni che avrà residenza e dimora abituale nell’immobile acquistato”. Punti in più anche “per recuperi realizzati con soluzioni architettoniche e paesaggistiche previste dalla Regione Piemonte e per l’utilizzo dei materiali tipici del paesaggio alpino piemontese e se l’incarico dei lavori viene dato ad imprese con sede legale in un Comune montano piemontese”. Ha importanza anche la scelta del Comune stesso fra quelli coinvolti nel bando, che sono stati inseriti in tre fasce - da 1 a 3 - secondo la situazione di marginalità ed abbandono in cui si trovano: chi “osa” farsi avanti per vivere in un Comune di fascia 1 ottiene un punteggio più alto a confronto di chi si ferma ad uno di fascia 2 o 3.
Infine, spiegano sempre dalla Regione, “per beneficiare dei contributi occorre essere titolari del diritto di proprietà, oppure impegnarsi ad acquisire un diritto di proprietà, di un’unità immobiliare ad uso residenziale censita catastalmente nel territorio dei 465 Comuni interessati e trasferirvi la propria residenza e dimora abituale per dieci anni”: “In caso di contributo relativo all’acquisto, l’atto di compravendita dovrà essere stipulato entro 6 mesi dalla data di approvazione della graduatoria, mentre i lavori di recupero del patrimonio esistente dovranno essere ultimati entro 18 mesi; la rendicontazione dovrà essere trasmessa, invece, entro 3 mesi dalla conclusione dei lavori di recupero, ovvero dalla stipula dell’atto di compravendita”.

Altre info utili
Il bando verrà pubblicato il 1° settembre sul sito della Regione Piemonte, nella sezione dedicata appunto ai bandi; all’inizio di novembre sarà aperta la piattaforma per la presentazione delle domande, che potranno essere inoltrate fino alla fine di dicembre.
I comuni montani del Piemonte coinvolti nell’iniziativa sono 465. Di questi, 132 si trovano nella provincia di Cuneo.
Nel complesso, la Regione stanzia per questa iniziativa 10 milioni di euro. Un altro bando regionale, di analogo orientamento, è previsto per l’autunno: la Regione destinerà risorse per la nascita delle “botteghe dei servizi”, con “specifici contributi per sostenere le attività nei territori montani che offrono servizi alla cittadinanza”.
Maggiori informazioni sono disponibili sempre sul sito della Regione Piemonte.

L’obiettivo
Chi frequenta la montagna per davvero - non si limita, cioè, a qualche gita nelle località più note - ha nitide nella mente le immagini di borgate spopolate, dove cappelle e baite crollano trascinando nella polvere il ricordo di donne e uomini che le hanno costruite. La montagna, per certi aspetti, è un mondo che scompare o è già scomparso: basti pensare come in qualche frazione oggi assediata dalla vegetazione c’erano, al tempo dei nostri nonni, non solo le case dei residenti, ma anche una chiesa, una scuola e un cimitero, come a dire che lì si potevano vivere tutti gli anni della propria vita...
L’iniziativa della Regione punta ovviamente a invertire la tendenza allo spopolamento, a salvare quello che si può salvare o perfino ad incoraggiare la nascita di una nuova era per le “terre alte”. “La montagna - ha commentato il governatore del Piemonte Alberto Cirio alla presentazione del bando - non è e non va vista come una riserva inaccessibile, ma come un grande propulsore di economia, natura, enogastronomia, turismo e di tutto ciò che di meraviglioso ha da offrire. Penso che, dopo due anni di pandemia, questa idea dell’aria fresca e pulita e della possibilità per chi lo desidera di vivere a contatto con la natura sia un valore su cui investire per il nostro futuro e per quello delle nostre straordinarie montagne”.

Su "la Fedeltà" in edicola da oggi (mercoledì 25 agosto), approfondiamo il tema con l'intervista a una giovane coppia che lasciato la pianura per vivere nelle "terre alte" quando non c'erano finanziamenti e un servizio sulle strade "in quota" (anche turistiche).