Chiavassa ai dipendenti comunali: “Vaccinarsi è un dovere, al di là dell’obbligo normativo”

La nota del sindaco di Centallo nella “speranza che il mio invito venga accolto da tutti voi”

Giuseppe Chiavassa, sindaco di Centallo

“Nonostante l’obbligo del Green pass ad oggi esista solo per alcune categorie professionali - sanitari, insegnanti e personale Ata della scuola -, tuttavia ritengo che sia indispensabile che chi lavora negli uffici pubblici, per rispetto sia dei colleghi di lavoro che del pubblico che accede agli uffici, sia vaccinato”. Parola del sindaco Giuseppe Chiavassa, che mercoledì 1° settembre ha protocollato una nota, con la sua firma, consegnata a mano al segretario comunale, ai responsabili dei servizi e a tutti i dipendenti (poco meno di una trentina), con la “speranza che il mio invito venga accolto da tutti voi anche al di là dell’obbligo normativo”. Per dare forza alla sua “moral suasion”, il sindaco ha ricordato nella nota l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Cerimonia del Ventaglio, che ha parlato di vaccinazione come dovere morale e civico.

"Abbiamo vissuto un anno difficile, mesi drammatici - aveva detto il Capo dello Stato - . Lentamente e non senza contraddizioni, grazie a uno sforzo straordinario di collaborazione a livello globale, sono stati individuati due filoni che ci hanno permesso di incamminarci sulla via dell’uscita dalla crisi: la campagna di vaccinazione e la scelta di mettere in campo ingenti sostegni pubblici per contenere le conseguenze delle chiusure e dei distanziamenti a livello economico, produttivo, occuopazionale. Due strade che hanno consentito speranza e fiducia”. Ma “la pandemia non è ancora alle nostre spalle. Il virus è mutato e si sta rivelando ancora più contagioso. Più si prolunga il tempo della sua ampia circolazione, più frequenti e pericolose possono essere le sue mutazioni. Soltanto grazie ai vaccini siamo in grado di contenerlo. Il vaccino non ci rende invulnerabili ma riduce grandemente la possibilità di contenere il virus, la sua circolazione e la sua pericolosità. Per queste ragioni la vaccinazione è un dovere morale e civico. La libertà è condizione irrinunziabile, ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus, non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo. Se la legge non dispone diversamente si può dire: «In casa mia in vaccino non entra». Ma questo non si può dire per ambienti comuni, non si può dire per spazi condivisi, dove le altre persone hanno il diritto che nessuno vi porti un alto pericolo di contagio”.