Una Chiesa della periferia che è in Sinodo incontra la Chiesa universale che cerca di suscitare nei suoi fedeli una mentalità sinodale. In questa breve battuta può essere sunteggiato il pellegrinaggio a Roma e alla Santa Sede che le diocesi di Cuneo e di Fossano hanno fatto dal 30 agosto al 1º settembre. Una quarantina i partecipanti al pellegrinaggio sinodale presieduto dal vescovo Piero Delbosco che ha voluto tale appuntamento come tappa di preparazione al Sinodo interdiocesano.
Mentre si avvicinano le date delle assemblee per i circa 120 sinodali rappresentanti delle parrocchie, del clero e delle altre realtà ecclesiali sul territorio, che saranno convocate da fine settembre a fine gennaio 2022, è importante dare un orizzonte ampio al Sinodo. “Esso si colloca all’interno di un movimento sinodale - dice don Giuseppe Pellegrino, segretario generale del Sinodo delle diocesi di Cuneo e di Fossano -, fortemente voluto da papa Francesco, che coinvolgerà nei prossimi anni la Chiesa universale a vari livelli. Nel 2023 è previsto un Sinodo dei vescovi di tutto il mondo. Nel frattempo, la Chiesa italiana terrà un Sinodo nazionale e tutte le diocesi sono invitate a fare dei Sinodi locali, diocesi per diocesi. Il pellegrinaggio alla Santa Sede ha avuto lo scopo di mettere il Sinodo di Cuneo e Fossano, incamminate verso l’unificazione, in sintonia con questo ampio e articolato movimento sinodale”.
Un ricco programma di incontri ha caratterizzato il pellegrinaggio, incontri apprezzati dai partecipanti perché hanno permesso loro di conoscere il lavoro che si svolge nella Santa Sede, realtà sovente letta solo attraverso i mezzi di comunicazione, e per avere una prospettiva universale, cattolica della Chiesa.
Interessante nel secondo pomeriggio di martedì 31 agosto l’incontro con il cardinale Mario Grech, Segretario generale del Sinodo dei vescovi. Originario di Malta, 64 anni, molto cordiale, il card. Grech ha detto che la sinodalità è la forma che realizza la partecipazione di tutto il popolo di Dio alla missione. “Per fare sinodo bisogna essere sinodo”, ha continuato. “La sinodalità era la forma e lo stile della Chiesa delle origini. E il Vaticano II, con il movimento di “ritorno alle fonti” ha voluto recuperare quel modello. Papa Francesco vuole aiutare la Chiesa ad un cammino di discernimento per conoscere la volontà del Signore, aiutare la Chiesa a far sì che il sinodo diventi lo stile ordinario della Chiesa, non un evento eccezionale. Per questo è molto importante per la Chiesa mettersi in ascolto di tutti, perché lo Spirito Santo è presente in tutti. Di questo un’icona di riferimento è l’incontro di San Pietro con Cornelio narrato nel libro degli Atti (10,1-16). Se sapremo muovere il popolo di Dio a prendere coscienza di questa capacità data dal battesimo, avremo avviato il vero cammino della sinodalità”. Dopo aver dato alcune indicazioni di come ci sta preparando al Sinodo di tutti i vescovi nel 2023, il cardinale Grech ha ancora detto: “Sarò contento se la Chiesa inizia questo cammino di sinodalità, se riusciremo a metterci in ascolto del Popolo di Dio. Ci stiamo giocando il futuro. L’importante è che questo camminare insieme avvenga in un contesto di spiritualità, di preghiera”.
Nella medesima giornata, al mattino e nel primo pomeriggio ci sono altri due incontri per conoscere alcuni servizi della Santa Sede coinvolti in processi di riforma ecclesiale. Il primo, presso il palazzo di San Callisto, con suor Alessandra Smerilli da pochi giorni nominata segretario ad interim del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano. All’incontro è stato presente il card. Peter Turkson, Prefetto del Dicastero e altri componenti della Commissione Vaticana Covid–19. Hanno aiutato a comprendere come la Chiesa è interessata ai problemi globali dello sviluppo e come può aiutare il mondo contemporaneo ad affrontare la crisi del Covid-19, trasformandola in occasione di conversione, superando forme di degrado umano e ambientale. La Chiesa cerca di porre l’attenzione a tutte le dimensioni dell’umano e a tutti gli uomini.
Nel pomeriggio mons. Lucio Ruiz del Dicastero per la Comunicazione ha presentato l’importanza crescente delle comunicazioni sociali per la missione della Chiesa nel mondo contemporaneo.
Per offrire una visione concreta del servizio svolto dalla Santa Sede nei confronti della Chiesa universale è stato interessante il percorso guidato all’interno dei Giardini Vaticani, che non costituiscono solamente un esempio di dialogo tra arte e natura, ma anche offrono l’ambientazione al lavoro quotidiano del Papa e di tanti altri, nell’ottica di una Chiesa che intende camminare nella comunione e collaborare per il bene del mondo intero. Giardini Vaticani veramente belli, oggi visitabili in quasi tutta la loro estensione perché poco frequentati da Papa Francesco, mentre erano molto amati da Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Da alcuni punti dei Giardini è anche visibile il monastero Mater Ecclesiae, attuale abitazione del papa emerito Benedetto XVI.
Mercoledì primo settembre in prima mattinata il gruppo ha celebrato la messa nella cappella di san Giuseppe accanto alla tomba di San Pietro e ha partecipato all’Udienza del Papa. In una sala Nervi gremita per quanto possibile in questi tempi, Papa Francesco ha commentato il passo di San Paolo ai Galati dove l’Apostolo, con toni anche duri, scuote le coscienze dei Galati a non perdere la fede nel Cristo crocifisso, la grazia della libertà dello Spirito che aiuta a prendere le distanze da una religiosità legata all’osservanza rigida della legge, un fondamentalismo che non pone la vita cristiana sotto lo sguardo misericordioso di Dio.
Nel corso dell’udienza il papa ha anche dato la sua benedizione al sinodo delle diocesi di Cuneo e Fossano.
Carlo Vallati