“Si usino tutti i mezzi per conservare la nostra salute, per prevenire. E al momento attuale il vaccino è la più grande garanzia che abbiamo”. Lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, a margine dell’assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), giovedì 23 settembre a Roma.
Il 15 settembre, un deciso richiamo alla vaccinazione era giunto anche dai vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta che si sono riuniti a Pianezza. I vescovi hanno manifestato la piena adesione al messaggio del Santo Padre Francesco del 18 agosto 2021 ai popoli dell’America Latina, quando ha ricordato che “vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli“. I vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta fanno propria anche la nota pastorale della Cei dell’8 settembre 2021 dove si dice chiaramente che “la cura delle relazioni chiede di incentivare il più possibile l’accesso alla vaccinazione dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica; di quanti sono coinvolti in attività caritative; dei catechisti; degli educatori; dei volontari nelle attività ricreative; dei coristi e dei cantori.
Il forte invito a vaccinarsi contro il Covid è stato ribadito anche dal vescovo di Saluzzo, Cristiano Bodo, nella lettera “Curare le relazioni al tempo della ripresa” inviata alla comunità pastorale saluzzese, nella quale esorta in particolare gli operatori pastorali a tutelare se stessi e gli altri. “La scelta di vaccinarsi rientra nella logica dell’attenzione alla persona, della cura del proprio e dell’altrui benessere – scrive mons. Bodo -. Il vaccino rappresenta attualmente lo strumento più efficace di cui si dispone per difendersi e tutelare se stessi e i più deboli. Vaccinarsi, con vaccini efficaci e autorizzati dalle competenti autorità, è quindi un «atto d’amore», come ebbe a dire Papa Francesco. Benché l’obbligo vaccinale riguardi per ora soltanto alcune categorie circoscritte di lavoratori, è responsabilità di tutti la scelta di mitigare tutti i rischi di trasmissione del virus. Pertanto, è bene continuare a osservare le misure di protezione ancora previste”.
“Dobbiamo sentirci interpellati – tutti, ma principalmente gli operatori pastorali – a rispondere per primi nel compiere «atto d’amore»: per sé e per le comunità per le quali operiamo. Facciamo tutto ciò che possiamo perché l’attività pastorale riprenda nella vicendevole cura; facciamolo come atto di risposta al mandato del Signore! Nell’ottica della cura – conclude il vescovo di Saluzzo - esorto, pertanto, gli operatori pastorali e, in special modo i catechisti, i ministri straordinari dell’Eucarestia, gli educatori, i volontari nelle attività creative, i coristi, i cantori, coloro che sono coinvolti in attività caritative, di accedere alle vaccinazioni come segno di accoglienza dell’invito di Gesù a prenderci cura gli uni degli altri, come lui si è preso e continua a prendersi cura di ognuno di noi”.
