È in vendita in alcuni negozi e bar di Centallo. O direttamente in azienda, in via Fossano. È il succo di nashi, l’ultimo prodotto in ordine di tempo di “casa Trybeca”, l’azienda della famiglia Oderda che dell’innovazione in agricoltura, nel rispetto della natura, ha fatto un marchio di fabbrica. Il “nashi da bere” è in bottiglie da 1 litro o da 250 grammi e chi lo ha provato ne ha già potuto apprezzare le qualità. La produzione - ci spiega Giovanni Oderda - è iniziata tre anni fa. “La lavorazione non è interna - spiega Giovanni Oderda - ma affidata a un’azienda biologica di Bibiana, «Il frutto permesso». Non avendo i macchinari, le consegniamo i nashi e loro provvedono all’imbottigliamento e alla confezione, per poi restituirci il prodotto finale”.
Il primo anno, sperimentale, si è risolto in un nulla di fatto. “Il succo fermentava - spiega Oderda -, non riuscivamo a conservarlo: le bottiglie scoppiavano letteralmente”. La natura del problema e il modo in cui è stato risolto testimoniano la salubrità del prodotto, “assolutamente senza conservanti”. “Abbiamo aggiunto una piccola parte di succo di limone che ha abbassato leggermente la concentrazione dello zucchero - prosegue - e le difficoltà sono state superate”.
Curiosa è anche la genesi del progetto, che prende spunto da una ricerca condotta da scienziati australiani, secondo i quali il succo di pera asiatica (il nashi) è un buon antidoto contro le sbronze, purché consumato prima di bere, dal momento che agisce sugli enzimi chiave coinvolti nel metabolismo dell’alcool, accelerandone l’eliminazione. Gli esiti di questa ricerca sono stati pubblicati sul sito dell’agenzia australiana della scienza “Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation” (Csiro) alimentando un dibattito di cui c’è ampia traccia sulla rete internet.
Qualcuno è pronto a giurarci, altri sono più scettici. Di certo, il succo di nashi, al pari del frutto da cui deriva, presenta altre qualità: è dietetico, leggero, fresco, altamente digeribile, ha un indice glicemico molto basso e alto contenuto di potassio e magnesio. Possiede anche una singolare limpidezza che contrasta con la densità dei succhi che si trovano abitualmente in commercio.
“Entrare nella grande distribuzione è molto difficile - conclude Oderda -, così fino ad ora ci siamo limitati a qualche bar e negozio e alla vendita in azienda, che si alimenta con il passaparola. Ma è un prodotto di qualità e vorremmo che avesse un futuro”.
Su "la Fedeltà" di mercoledì 29 settembre