Abbruciamenti, “Serve una deroga”

Coldiretti contro il Piano straordinario sulla qualità dell'aria: "Rischiamo danni alle coltivazioni"

“Specifiche deroghe per l’abbruciamento dei materiale vegetale”, una pratica che “oltre a mantenere produttive porzioni di territorio a rischio abbandono e a prevenire rischi idrogeologici, è necessaria per evitare il diffondersi di malattie fitopatogene”. E’ quanto chiede la Coldiretti cuneese, a fronte del Piano straordinario per la qualità dell’aria nel Bacino padano che ha disciplinato – introduce norme più rigide – anche alcune attività del mondo agricolo, oltre ad intervenire su mobilità e riscaldamento degli edifici.

Dice Roberto Moncalvo, delegato confederale della Coldiretti cuneese: “Per le imprese del comparto frutticolo, castanicolo, corilicolo e viticolo, durante il periodo invernale sono necessarie operazioni di potatura per riequilibrare la pianta, la capacità produttiva e per eliminare parti legnose compromesse da attacchi fitopatologici che non possono restare stoccate poiché potrebbero essere molto pericolose per la diffusione di importanti malattie. Interventi che, se gestiti con modalità diverse, non eliminerebbero del tutto i rischi e inciderebbero, comunque, sulla produzione di agenti inquinanti, presumibilmente in misura ancora maggiore".

“Pur comprendendo le ragioni di dover limitare la formazione di polveri sottili e di dover trovare un giusto punto di equilibrio rispetto al Piano straordinario – aggiunge Fabiano Porcu, direttore della Coldiretti cuneese – chiediamo nuovamente alla Regione di introdurre la possibilità di adottare delle deroghe per tutti i Comuni del cuneese, almeno di 30 giorni, anche non consecutivi, attraverso specifici provvedimenti al fine di non mortificare le esigenze di un territorio su cui insistono produzioni simbolo del 'Made in Granda'”.

Secondo la normativa oggi in vigore, gli “abbruciamenti” di rifiuti vegetali sono vietati dal 15 settembre al 15 aprile.