La rivoluzione della tv: che cosa cambia

Il nuovo Digitale terrestre porta con sé molte domande: "la Fedeltà" vi aiuta a capire se è davvero necessario cambiare televisore

Arriva il nuovo Digitale terrestre: le cose da sapere

C'è una domanda che molti italiani in questi mesi si pongono: “Devo cambiare tivù?”. Un dubbio del tutto legittimo. È infatti cominciata la transizione al nuovo digitale terrestre (il cosiddetto “switch-off”). Lo scorso 20 ottobre, in particolare, è stato il giorno del passaggio dalla codifica Mpeg-2 alla Mpeg-4, sempre su standard Dvb-T1.
Sigle oscure? Proviamo a fare chiarezza.

Che cosa succede
Il nuovo digitale terrestre viene presentato come una rivoluzione del modo di guardare la tv, che coinvolge non solo il “come” le emittenti trasmettono, ma anche l’«offerta» messa a disposizione dei cittadini.
Il primo passaggio con cui devono misurarsi gli utenti, lungo un percorso graduale che richiederà almeno sei mesi, è quello da Mpeg-2 a Mpeg-4. Le due sigle indicano i sistemi di codifica digitale con cui il segnale arriva ai televisori nelle case. Mpeg-4 permette di “comprimere” il flusso audio-video così da usare meno “spazio”, cioè un minor numero di frequenze (in realtà erano già moltissimi i canali diffusi in Mpeg-4 in Italia, a partire ovviamente dai canali in alta definizione, Hd, per i quali è stata scelta sin da subito questa codifica).
L’altra sigla da conoscere è Dvb-T2, ovvero “Digital video broadcasting - Second generation”, la tecnologia utilizzata per le trasmissioni del digitale terrestre. In sintesi, è il nuovo standard che sostituirà il Dvb-T1 (la precedente “generazione”) e diventerà (ma non prima del 2023) lo standard per le trasmissioni televisive.
Il Dvb-T2 si basa - si tenga a mente ancora questo elemento - sullo standard di codifica ad alta efficienza Hevc Main10 che, in sostanza, garantisce l’elevata qualità delle trasmissioni.

Perché tutto ciò?
Il passaggio al nuovo Digitale terrestre si deve alla riorganizzazione delle frequenze disponibili per le trasmissioni televisive. In particolare, la banda di frequenza a 700 Mhz (circa un terzo delle risorse frequenziali) è stata tolta alle Tv e trasferita alle comunicazioni dati in mobilità e segnatamente alle reti cellulari di quinta generazione (5G).

La mia tv va bene?
In questo duplice passaggio c’è però un problema: i televisori meno recenti non sono compatibili con i due standard Mpeg-4 e Dvb-T2. Di qui la necessità di rinnovarli. La corsa all’acquisto di un nuovo televisore - o di un nuovo decoder - è già cominciata, complici due agevolazioni statali create ad hoc (vedi scheda). Ma, in realtà, non è scontato che tutti debbano cambiare Tv: o, almeno, non devono farlo subito.
Innanzitutto, bisogna distinguere i due passaggi, che avvengono contemporaneamente su tutto il territorio nazionale.
Quello da  Mpeg-2 al Mpeg-4 è iniziato il 20 ottobre, con la migrazione verso il solo Mpeg-4 di nove canali Rai (tutti tranne Rai Uno, Rai Due, Rai Tre e Rai News 24) e di sei canali Mediaset (TgCom 24, Boing Plus, Italia 2 e tre canali di radiovisione, R101, R105 e Virgin).
Il passaggio da Dvb-T1 a Dvb-T2 è previsto a partire da gennaio 2023. Tuttavia, dato che i Tv non compatibili con il Dvb-T2 sono ancora svariati milioni nelle case (e nelle strutture alberghiere e ricettive) degli italiani, quasi sicuramente non avverrà prima del 2024-2025, in modo da permettere a tutti di adeguare il televisore (o il decoder).
Suggeriamo a chi vuole verificare se il proprio televisore supporta Mpeg-4 di digitare il canale 507 (cioè quello che trasmette La7 in alta definizione): se si vede, il televisore è compatibile e potrà durare almeno fino alla fine del 2022; in caso contrario - se la visione è del tutto assente, o è presente solo l’audio - il televisore non è compatibile e va sostituito oppure dotato di un nuovo decoder. A livello generale, si può osservare che i televisori acquistati prima del 2010 sicuramente non superano questo test.
L’eventuale superamento di questo primo test non garantisce che il televisore possa supportare anche il Dvb-T2. Ecco, quindi, un secondo test. È necessario sintonizzarsi sui canali 100 e 200: se compare la scritta “Test Hevc Main10” allora il tv è compatibile con il nuovo digitale terrestre. In caso contrario, occorrerà acquistare un nuovo televisore oppure (soluzione più economica) un nuovo decoder. Ma c’è tempo, almeno fino al termine del prossimo anno.
Sicuramente, i televisori venduti a partire dal 22 dicembre 2018 sono già pronti (per legge) allo standard Dvb-T2 e alla codifica Hevc Main10.

Risintonizza il Tv
Infine, non dimenticate di risintonizzare il televisore (accedendo al “menu” impostazioni) per continuare a vedere i canali preferiti sul digitale terrestre. L’operazione va fatta in questi giorni (in seguito al passaggio da Mpeg-2 a Mpeg-4) e, a maggior ragione, andrà ripetuta quando arriverà lo standard Dvb-T2. Se non siete capaci, chiedete l’intervento del tecnico. Oppure rivolgetevi allo “smanettone” di famiglia.

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