“Quando un giovane cade, in un certo senso cade l’umanità. Ma è anche vero che quando un giovane si rialza, è come se si risollevasse il mondo intero”. Lo scrive il Papa, nel messaggio inviato ai giovani e alle giovani del mondo in occasione della 36ª Giornata mondiale della gioventù (Gmg) che viene celebrata a livello diocesano domenica 21 novembre, solennità di Cristo Re, sul tema “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto” (cfr At 26,16). La prossima Gmg internazionale si terrà a Lisbona, in Portogallo, nell’agosto del 2023. Inizialmente prevista per il 2022, come aveva annunciato papa Francesco nel gennaio 2019 a Panama, è stata spostata all'anno successivo a causa dell'emergenza coronavirus.
“Nel mondo intero si è dovuta affrontare la sofferenza per la perdita di tante persone care e per l’isolamento sociale”, esordisce Francesco nel messaggio: “L’emergenza sanitaria ha impedito anche a voi giovani – per natura proiettati verso l’esterno – di uscire per andare a scuola, all’università, al lavoro, per incontrarvi… Vi siete trovati in situazioni difficili, che non eravate abituati a gestire. Coloro che erano meno preparati e privi di sostegno si sono sentiti disorientati. Sono emersi in molti casi problemi familiari, come pure disoccupazione, depressione, solitudine e dipendenze. Senza parlare dello stress accumulato, delle tensioni ed esplosioni di rabbia, dell’aumento della violenza. Ma grazie a Dio questo non è l’unico lato della medaglia. Se la prova ci ha mostrato le nostre fragilità, ha fatto emergere anche le nostre virtù, tra cui la predisposizione alla solidarietà. In ogni parte del mondo abbiamo visto molte persone, tra cui tanti giovani, lottare per la vita, seminare speranza, difendere la libertà e la giustizia, essere artefici di pace e costruttori di ponti”.
“Non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani”
“Non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani”. Ne è convinto il Papa, che lancia un forte appello: “Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione”. “Non possiamo dare per scontato che tutti conoscano Gesù, anche nell’era di internet”, osserva Francesco: “La domanda che molte persone rivolgono a Gesù e alla Chiesa è proprio questa: ‘Chi sei?’”. “Quante volte abbiamo sentito dire: ‘Gesù sì, la Chiesa no’, come se l’uno potesse essere alternativo all’altra”, scrive il Papa: “Non si può conoscere Gesù se non si conosce la Chiesa. Non si può conoscere Gesù se non attraverso i fratelli e le sorelle della sua comunità. Non ci si può dire pienamente cristiani se non si vive la dimensione ecclesiale della fede”. “Chi pensa di sapere tutto di sé, degli altri e persino delle verità religiose, farà fatica a incontrare Cristo”, assicura Francesco sulla scorta dell’episodio della conversione di Paolo sulla via di Damasco: “Saulo, diventato cieco, ha perso i suoi punti di riferimento. Rimasto solo, nel buio, le uniche cose chiare per lui sono la luce che ha visto e la voce che ha sentito. Che paradosso: proprio quando uno riconosce di essere cieco, comincia a vedere! Dopo la folgorazione sulla via di Damasco, Saulo preferirà essere chiamato Paolo, che significa ‘piccolo’. Non si tratta di un nickname o di un ‘nome d’arte’ – oggi tanto in uso anche tra la gente comune: l’incontro con Cristo lo ha fatto sentire veramente così, abbattendo il muro che gli impediva di conoscersi in verità. La conversione di Paolo non è un tornare indietro, ma l’aprirsi a una prospettiva totalmente nuova”.
Molti giovani usano “fake news” per “spargere veleni e demolire i loro avversari”
“Quanta forza e quanta passione vivono anche nei vostri cuori, cari giovani!”, scrive Francesco: “Ma se l’oscurità intorno a voi e dentro di voi vi impedisce di vedere correttamente, rischiate di perdervi in battaglie senza senso, perfino di diventare violenti. E purtroppo le prime vittime sarete voi stessi e coloro che vi sono più vicini. C’è anche il pericolo di lottare per cause che all’origine difendono valori giusti, ma che, portate all’esasperazione, diventano ideologie distruttive”. “Quanti giovani oggi, forse spinti dalle proprie convinzioni politiche o religiose, finiscono per diventare strumenti di violenza e distruzione nella vita di molti!”, il grido d’allarme del Papa: “Alcuni, nativi digitali, trovano nell’ambiente virtuale e nelle reti sociali il nuovo campo di battaglia, ricorrendo senza scrupoli all’arma delle fake news per spargere veleni e demolire i loro avversari”.
“Alzati!”, l’invito di Francesco: “Non puoi rimanere a terra a ‘piangerti addosso’, c’è una missione che ti attende! Alzati e testimonia l’amore e il rispetto che è possibile instaurare nelle relazioni umane, nella vita familiare, nel dialogo tra genitori e figli, tra giovani e anziani. Alzati e difendi la giustizia sociale, la verità e la rettitudine, i diritti umani, i perseguitati, i poveri e i vulnerabili, coloro che non hanno voce nella società, gli immigrati. Alzati e testimonia il nuovo sguardo che ti fa vedere il creato con occhi pieni di meraviglia, ti fa riconoscere la Terra come la nostra casa comune e ti dà il coraggio di difendere l’ecologia integrale. Alzati e testimonia che le esistenze fallite possono essere ricostruite, che le persone già morte nello spirito possono risorgere, che le persone schiave possono ritornare libere, che i cuori oppressi dalla tristezza possono ritrovare la speranza. Alzati e testimonia con gioia che Cristo vive! Diffondi il suo messaggio di amore e salvezza tra i tuoi coetanei, a scuola, all’università, nel lavoro, nel mondo digitale, ovunque. Alzatevi e celebrate la Gmg nelle Chiese particolari!”.
(fonte Sir)