Anziani e assistenza, il futuro dipende da noi

Le tante incognite e le possibili risposte dopo la pandemia. Mons. Chiaramello al convegno dello Svaf: “Serve un tavolo di lavoro per fare rete”

Svaf convegno terza età

Gli ultra 65enni a Fossano sono uno su quattro, 5.983 (al 31 ottobre di quest’anno) su una popolazione complessiva di 24.125 abitanti. Gli over 80 sono 1.918, il 7,9%; gli ultra90enni 318. Sono i numeri di una popolazione che invecchia, per fortuna, ma che ha bisogno di servizi, sanitari e non solo, per affrontare nel miglior modo possibile la terza e la quarta età della vita.

Una risposta, per chi è più in là con gli anni e con le patologie, la forniscono le Rsa, le Case di riposo. A Fossano sono due, il Craveri e il Sant’Anna: due gioielli riconosciuti per struttura, livello di servizi e qualità (e umanità) della gestione. Ma non possono essere l’unica. E la pandemia, con il suo bagaglio di restrizioni che hanno provocato un surplus di sofferenza proprio alle residenze per anziani, costrette per ragioni sanitarie a chiudere le porte al mondo, ce lo ha ricordato in modo eloquente.              

Di questo si è parlato venerdì sera 19 novembre nel convegno “Anziani creAttivi” organizzato dallo Svaf e dal suo presidente Mauro Capraro, che ha messo attorno a un tavolo operatori e volontari. Al centro dell’attenzione, quella fetta di popolazione anziana che è ancora nelle condizioni di vivere in autonomia, ma che va aiutata a farlo.

Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 24 novembre