In Granda gli incidenti stradali uccidono più che altrove

Il tasso di mortalità nella provincia di Cuneo supera di due volte la media nazionale: molte vittime anche nel 2020, nonostante il lockdown

Polizia Stradale SALUSS
Foto Loris Salussolia

Nella Granda, l’indice di mortalità per incidente stradale, cioè il numero di morti ogni 100 incidenti con lesioni, è del 4,53, il più alto del Piemonte e oltre due volte superiore rispetto alla media nazionale che si attesta su 2,02. Come se ciò non bastasse, occorre considerare come un indice tanto elevato comporti “costi sociali di oltre 119 milioni di euro l’anno, oltre 200 euro per abitante”.

Sono alcuni dei dati presentati dall’Aci e dall’Automobile club Cuneo in occasione della “Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada”, celebrata lo scorso 21 novembre. “In provincia di Cuneo - fanno sapere sempre Aci e Automobile club Cuneo -, secondo i dati Istat al 31 dicembre 2020, si sono verificati 860 incidenti stradali: 39 persone hanno perso la vita (tra queste 5 pedoni e 2 ciclisti) e 1.218 sono rimaste ferite (tra queste 92 pedoni e 84 ciclisti)”.

Altre cifre che ben descrivono questa emergenza giungono dall’Ufficio stampa della stessa Provincia di Cuneo, che ormai da molto tempo registra il numero di morti per incidente stradale di anno in anno, così da permettere di valutarne il trend. I dati - raccolti da fonti giornalistiche, quindi non “ufficiali” ma veritieri - dicono che in questo 2021 non ancora concluso sono già 43 le persone che hanno perso la vita sull’asfalto: il numero è vicinissimo a quelli registrati nel 2019 e nel 2018, quando - in entrambi i casi - le vittime furono 44. Si distingue sì il 2020, con meno di 40 incidenti mortali; ma anche questo dato si può giudicare elevato se si considera che per buona parte dello scorso anno gli spostamenti furono limitati dalle norme straordinarie contro il Coronavirus.

A livello nazionale, anche l’Istat registra un “salto” dallo scorso anno al presente, coerente con i dati sul traffico che nel 2020 si assottigliò per i Dpcm firmati dal premier Conte. Per contro - e per fortuna - a confronto con i numeri raccolti dal 2017 al 2019, sempre a livello nazionale si registrano meno incidenti stradali, meno feriti e meno decessi. Se poi si analizza il decennio che va dal 2010 al 2020, si osserva una diminuzione delle vittime pari al 42%, che fa sembrare meno lontano quel -50% a cui punta l’Europa nell’ambito degli “obiettivi per la sicurezza stradale”.

Che cosa si può fare per raggiungere l’obiettivo fissato a livello europeo e più in generale per ridurre il numero delle vittime di incidenti stradali? Su "la Fedeltà" in edicola, l'intervento di Francesco Revelli, presidente dell’Automobile club Cuneo.