Limiti

Un’auto parcheggiata contro la facciata del duomo di Fossano a pochi centimetri dalla parete e dal sagrato. Il fatto che sia in divieto di sosta, e “spalmata” sulla facciata di un monumento cittadino, è solo un dettaglio. Il problema vero è che su quel lato c’è la rampa per disabili per accedere al sagrato e alla porta di ingresso. Auto parcheggiata di fronte ad un portoncino dove è ben visibile il divieto di sosta e il simbolo del parcheggio riservato ai portatori di handicap. Si potrebbe andare avanti così e pubblicare ogni settimana una nuova foto di un’infrazione al codice della strada e al codice del vivere comune. Sulla disabilità, sull’inclusività, e sull’attenzione a tutti, partendo dai più deboli, c’è ancora tanta strada da fare. “Ancora oggi molti di voi (disabili) vengono trattati come corpi estranei della società. Sentono di esistere senza appartenere e senza partecipare, e ci sono ancora molte cose che vi impediscono una cittadinanza piena”. Sono parole del Papa, nel messaggio per la Giornata internazionale delle Persone con disabilità, dello scorso 3 dicembre. “La discriminazione è ancora troppo presente a vari livelli della vita sociale”, e “si nutre di pregiudizi, di ignoranza e di una cultura che fatica a comprendere il valore inestimabile di ogni persona”. Le parole del Papa devono essere un monito. Un invito a fermarci un attimo per capire se su questo treno ad alta velocità che è il progresso, tutti possono salire. O qualcuno è invece lasciato a terra. Un problema culturale. Senz’altro. Servono persone che ci guidino su questa strada. E le persone più adatte sono proprio quelle che ogni giorno hanno a che fare con il limite, che ci devono convivere e che lavorano per abbattere barriere architettoniche e culturali. Chi incontra sul proprio cammino il limite, per sé o per una persona cara, capisce molte cose della vita che per altri sono irrilevanti al punto di essere invisibili. C’è tanta strada da fare ancora. Sperando di non trovarci un’auto parcheggiata di traverso ad intralciarla.