“Don’t look up” – “Sing 2

Don't look up

DON’T LOOK UP
di Adam McKay; con Timothée Chalamet, Leonardo DiCaprio, Melanie Lynskey, Jennifer Lawrence, Cate Blanchett, Meryl Streep.
In piena “era Trump”, probabilmente il più grande divulgatore di menzogne e notizie false del mondo contemporaneo (a comprendere meglio la situazione può aiutarci Gianrico Carofiglio il quale nel suo ultimo saggio riprende un’indagine del “Washington Post” dell’aprile del 2019 la quale ha rivelato come l’allora presidente degli Usa Donald Trump abbia formulato più di diecimila frasi inesatte, fuorvianti o semplicemente false nei primi mille giorni di mandato), il filosofo torinese Maurizio Ferraris dava alle stampe un simpatico ed incisivo saggio dal titolo “Post verità e altri enigmi” nel quale si sostiene che l’ideologia che anima la post verità sia sostanzialmente costituita dal fatto che milioni di persone sono convinte di aver ragione non insieme, ma da sole, in una sorta di atomismo ideologico a dir poco sconcertante. Ora, sebbene sia più che accettabile la tesi che ci invita a pensare che menzogne e bugie son sempre esistite, tuttavia nel suo (bel) saggio Ferraris sostiene come l’affermarsi della post verità contribuisca a definire alcune delle caratteristiche essenziali dell’opinione pubblica contemporanea. Infatti, se la gente ha smesso di credere nella stregoneria e altre scempiaggini consimili è però ora convinta che i vaccini provochino l’autismo o che la Terra sia piatta e diffonde queste sciocchezze attraverso dei media dalla potenza illimitata. Ebbene, il film di Adam McKay coglie esattamente nel segno, tanto da farci credere che il regista abbia letto i saggi di Carofiglio e Ferraris. Ironico, trasgressivo e caleidoscopico come sempre, con “Don’t look up” Adam McKay traccia un dissacrante e impietoso spaccato della odierna società dei media americani (e dunque in prospettiva, mondiali), del circo mediatico che la costituisce e di come l’informazione sia stata travolta dal gossip e dalla chiacchiera a discapito delle notizie e dei fatti. Al centro di questa acida e graffiante commedia ci sono due astronomi, la dottoranda in astrofisica Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) e il suo docente all’Università del Michigan Dr. Randall (Leonardo Di Caprio) i quali scoprono che una cometa che si trova nel nostro sistema solare è in rotta di collisione con la Terra e il suo impatto potrebbe portare all’estinzione del genere umano. Comprensibilmente allarmati i due relazionano al presidente degli Usa (una stupenda Meryl Streep) che tuttavia letteralmente li ignora non comprendendo la portata dell’informazione, e altrettanto fanno tv e giornali che sbertucciano i sempre più sbigottiti scienziati, precipitando tutto e tutti in un vortice di dirette tv, post, tweet, interviste, grafici, tabelle, dove la scienza intesa come garanzia di ricerca della verità al di là e al di sopra degli interessi viene spazzata via da un’idea di verità che non ha niente da spartire con l’oggettività dei dati quanto piuttosto con l’assolutismo della ragione del più forte, dove tutto e il contrario di tutto si equivalgono, a prescindere dai fatti. Un film attualissimo (Covid docet) e semplicemente imperdibile. 

Sing 2
SING 2
di Garth Jennings, Christophe Lourdelet; animazione.
Film di apertura della 39ª edizione del Torino film festival e sequel di “Sing”, campione d’incassi (634 milioni di dollari nel mondo) del 2016, “Sing 2” (in anteprima nei giorni scorsi al cinema “I portici” di Fossano, sugli schermi di tutta Italia a partire dal 23 dicembre) non è assolutamente, come spesso si tende a pensare, un film per bambini. O meglio, non è soltanto un film per bambini. Inarrestabile organizzatore e regista, Buster Moon crede nel lavoro e nella sua squadra ed è assolutamente convinto che i suoi “ragazzi” siano in grado di realizzare e mettere in scena un grande spettacolo e di approdare a Redshore City, la capitale dello showbusiness. Dopo provini e audizioni a dir poco rocambolesche (ed incredibilmente comiche), Buster Moon & soci riusciranno ad ottenere la (momentanea) fiducia di Jimmy Crystal, il più potente e spregiudicato produttore di Redshore City. Ad una condizione però, che il loro spettacolo sia potente e innovativo, certo, ma che possa annoverare tra i protagonisti anche il grande chitarrista Clay Calloway, uno dei miti della musica rock, da quindici anni lontano dalle scene…
 Apologo sullo spirito di squadra e sulla forza del gruppo, “Sing 2” è un colorato e godibilissimo musical che naturalmente ha nelle canzoni il suo punto di forza con brani degli U2 (con due canzoni e l’inedita “Your Song Saved My Life”), di Prince, Bts, Billie Eilish, Coldplay, Drake, The Weekend ed altri ancora, ma è al contempo anche un grande spettacolo per gli occhi, con coreografie stupende e soluzioni sceniche di grande impatto che catturano e rapiscono lo spettatore, e con personaggi così ben costruiti e tratteggiati (su tutti la simpaticissima segretaria lucertola/camaleonte Miss Crawley) da non far rimpiangere quelli in carne e ossa.