In Piemonte numeri quasi da zona gialla

Le terapie intensive sono occupate al 10%, i ricoveri ordinari poco sotto il 15%

Report COVID 19 Piemonte 21 Dicembre 2021

I contagi continuano ad avanzare, i ricoveri crescono da settimane, la variante Omicron incombe all’orizzonte. Lo confessiamo: speravamo in un Natale migliore. L’unica consolazione sta nel guardare alle cifre di un anno fa. E nel vedere le differenze.
Allora, nella settimana prima di Natale 2020, i contagi erano stati poco più di 6.500, oggi invece sono più di 15 mila. Ma, in compenso, i ricoveri in terapia intensiva sono passati da 228 a 64 (quasi l’80% non vaccinato), i ricoveri ospedalieri da 3.331 a 830 e i decessi da 408 agli 11 che si sono contati dal 14 al 21 dicembre.
Il cambiamento è palpabile. Ed è tutto merito dei vaccini, che l’anno scorso attendevamo come manna dal cielo. Soltanto, com’era prevedibile, non sono riusciti a debellare il virus. E così siamo costretti a trascorrere un secondo Natale in allerta, sapendo di essere più protetti di dodici mesi fa, ma non ancora del tutto al riparo dal virus, che può colpire anche chi si è vaccinato.

Al momento, come ci ricordano i bollettini giornalieri della Regione Piemonte, siamo ancora in zona bianca. Ma la “gialla” si va facendo sempre più vicina. Come saturazione dei posti letto in terapia intensiva ci siamo arrivati nella giornata di martedì 21 dicembre, poiché 64 posti letto corrispondono al 10,2% di quelli disponibili. Con i ricoveri ordinari ci siamo molto vicini, con il 14,3% (l’asticella è al 15). Il passaggio in zona gialla non comporta significative restrizioni (se non l’obbligo delle mascherine anche all’aperto), ma rappresenta un primo segnale di avvertimento.
Negli ospedali della nostra Asl, i posti Covid occupati sono 26 a Saluzzo (2 in intensiva), 5 a Mondovì e 19 a Cuneo Santa Croce (7 in semintensiva). E Ceva sarà il prossimo ospedale ad aprire uno spazio ai pazienti Covid.
La prima conseguenza - e non è affatto piacevole - è la contrazione delle altre prestazioni sanitarie, dal momento che il Covid richiede moltissimo spazio e personale, data la sua natura infettiva. A confermarlo è la nota di lunedì sera nella quale il Dirmei ha dato indicazione alle Asl di “rimodulare l’attività chirurgica ordinaria, sulla base dell’evoluzione della situazione epidemiodologica in atto”. “Si tratta di una misura prudenziale - spiegano dalla Regione -, che consentirà di continuare a garantire la migliore assistenza e cura ai pazienti Covid e nel contempo assicurare la massima tempestività ed efficienza per gli interventi di urgenza per tutti gli altri pazienti”. Quanto a ciò che non è urgente - aggiungiamo noi - conviene attendere tempi migliori.

CAMPAGNA VACCINAZIONI
Come sola via d’uscita prosegue nel frattempo la campagna di vaccinazione. Ad oggi, martedì 21 dicembre, le somministrazioni in Piemonte hanno raggiunto quota 7 milioni e 702 mila. Le cosiddette “terze dosi” hanno superato il milione e sono attualmente 1 milione e 178 mila. La percentuale dei vaccinati è del 78,7%, in calo per l’ingresso nella platea dei 5-11enni (al momento 4.350 bambini hanno ricevuto la prima dose per l’1,75%). In attesa di completare il ciclo primario sono 168 mila, pari al 4%. I renitenti al vaccino, ovvero quanti non hanno ricevuto alcuna dose, sono 725 mila e valgono il 17,3%.

Per convincerli, dalla Regione continuano a sfornare nuovi dati. Uno di questi ricorda che nella settimana 6-12 dicembre sono stati registrati 9.240 casi di persone contagiate dal Covid: circa la metà riguarda persone non vaccinate (anche se rappresentano meno di un quinto  della popolazione), e di queste circa il 30% (1.364) bambini con meno di 10 anni. Nella fascia di età 11-13 anni invece, dove circa il 60% dei giovanissimi è già vaccinato, i casi positivi sono stati in tutto 525, di cui 465 fra non vaccinati (89%).

“Questi numeri - sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi - dimostrano quanto sia importante vaccinare anche i più piccoli, perché in questo momento sono la fascia della popolazione maggiormente esposta al rischio di contrarre il contagio, proprio perché privi delle difese del vaccino. A tutti i genitori, che comprensibilmente hanno la preoccupazione del bene dei propri figli, diciamo con forza che bisogna avere fiducia nella ricerca scientifica, perché è l’unica arma per riuscire a proteggere chi amiamo e abbiamo di più caro nella vita. Preservando anche quella socialità che è tanto preziosa per noi adulti, quanto più per un bambino, e rappresenta un valore enorme per la propria crescita”.