“Siamo sempre più ospedali geriatrici, ma la Sanità ci considera di Serie B”

Parlano Davide Gioda e Alban Vercellotti Mesi, direttori delle case di riposo Craveri e Sant'Anna

Case di riposo direttori
I due direttori con il vescovo Mons. Piero Delbosco e Antonello Cravero, amministratore del Craveri

“Le Case di riposo si stanno progressivamente trasformando in piccoli ospedali geriatrici, con ospiti in condizioni sempre più fragili, affetti da pluripatologie, demenze, malattie neurodegenerative. Ma lo Stato e la Regione non ci riconoscono questo ruolo e le risorse per esercitarlo. Svolgiamo un servizio socio-sanitario indispensabile, ma considerato di Serie B. E il Covid non ha fatto altro che esacerbare criticità già esistenti, rendendole ancora più evidenti”.

Sono le parole di Davide Gioda e Alban Vercellotti Mesi, i direttori delle due Case di riposo di Fossano, Craveri e Sant’Anna. Ma potrebbero valere per tutte le Rsa. È da questa comune condizione che nasce l’appello recentemente lanciato dalle associazioni di categoria al presidente Draghi. L’obiettivo è favorire un cambiamento radicale delle politiche socio-sanitarie nazionali e regionali affinché mettano finalmente in primo piano l’assistenza agli anziani. L’invito è a potenziare il settore con “finanziamenti adeguati e organici”, tenendo conto delle necessità di una popolazione sempre più vecchia, che ha bisogno di risposte differenziate a seconda del proprio livello di autosufficienza, di “soluzioni complementari e non alternative” tra l’assistenza domiciliare, la residenzialità leggera e l’assistenza residenziale di lungo termine.

Senonché per le due Case di riposo fossanesi è, invece, un momento di grande sofferenza dal punto di vista economico. Il 2020 si è chiuso con uno sbilancio complessivo di 800 mila euro, a fronte di ristori regionali di circa 47 mila euro a testa; e il 2021 è destinato a ripercorrerne le orme.

Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 22 dicembre