Cinema in corpo 8

Illusioni perdute

ILLUSIONI PERDUTE
di Xavier Giannoli; con Benjamin Voisin, Cécile De France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Salomé Dewaels, Gérard Depardieu.
Lucien è un provinciale di bell’aspetto e ricco di talento. Di umili origini e orfano sin dalla più tenera età, il giovane trova lavoro presso la tipografia del cognato dove tra carta, inchiostro e parole ben presto capisce che il suo destino sarà quello dello scrittore. Innamorato della baronessa de Bargeton (una malinconica ma bellissima Cécile De France), quando il marito di lei scopre la tresca, Lucien (uno stupendo Benjamin Voisin) decide di lasciare Angouleme per Parigi. Accarezzando sogni di gloria e felicità, il giovane spera di trovare nella capitale quella fama e quell’apprezzamento di cui la provincia era stata avara, ma la realtà delle cose sarà decisamente diversa. La Parigi post napoleonica di Luigi XVIII e poi di Carlo X è una città dagli umori rancorosi e reazionari, poco disposta ad accogliere le pur fresche energie intellettuali di un borghese di provincia. Entrato nel mondo del giornalismo scandalistico e popolare (un universo popolato di scribacchini prezzolati che rappresenta, nei fatti, un insulto all’etica professionale e all’etica tout-court), Lucien grazie al talento brucerà le tappe diventando una delle firme più note della città, ma questo non gli darà né gioia né felicità. Le trame e i subdoli intrighi dei salotti parigini uniti al suo desiderio di rivalsa e ad una strabordante “hybris” finiranno per travolgerlo. 
Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Honoré de Balzac “Illusions perdues”, il film di Giannoli è un potente e riuscito melodramma storico che con un cast d’eccezione (oltre ai citati Benjamin Voisin e Cécile De France ci sono tra gli altri Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Salomé Dewaels e Gérard Depardieu) racconta di ieri per parlare dell’oggi. Amori e amicizie tradite, le ipocrisie del potere, le trame di palazzo, le bassezze e gli inganni di certo giornalismo scandalistico (ieri i fogli popolari, oggi i social e la trash tv); in scena c’è la Francia di primo ‘800 ma in trasparenza Giannoli ci mostra la nostra contemporaneità e la drammatica eternità della “commedia umana”. Da non perdere. 

The Kings Man Le Origini Recensione Del Film Con Ralph Fiennes 1200x640
THE KING’S MAN - LE ORIGINI
di Matthew Vaughn; con Ralph Fiennes, Gemma Arterton, Rhys Ifans, Matthew Goode, Tom Hol-lander, Harry Dickinson, Dijmon Hounsou, Charles Dance, Staley Tucci.
Sull’onda del successo di “Kingsman - Secret Service” (2014) e “Kingsman - Il cerchio d’oro” (2017), Matthew Vaughn (e la Walt Disney) hanno pensato bene di passare all’incasso e portare in scena un nuovo capitolo della saga cinematografica ispirata ai fumetti di Mark Millar e Dave Gibbons (che insieme al regista hanno firmato anche la sceneggiatura) partendo, come recita il titolo, dalle origini dell’agenzia di intelligence indipendente Kingsman. Ambientato agli inizi del secolo XX, tra la guerra anglo-boera (1899-1902) e lo scoppio della 1ª Guerra mondiale, il film vede al centro della vicenda il duca di Oxford (Ralph Fiennes) che a dispetto dei tempi e del ruolo è un aristocratico pacifista che già durante la guerra coloniale in Sud Africa collaborava con la Croce rossa e che in ragion di ciò alle soglie della Grande guerra vorrebbe impedire al figlio Conrad di arruolarsi nell’esercito. In realtà però il Duca è il creatore di una rete internazionale di spie al servizio di sua Maestà Giorgio V d’Inghilterra che si è assunta il compito di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili per anticipare le mosse dei nemici ed evitare l’estendersi del conflitto mondiale e che da tempo ormai si trova a fronteggiare un’analoga e opposta organizzazione segreta tra i cui membri militano nientepopodimeno che Rasputin (un Rhys Ifans decisamente in parte) e Mata Hari. A cavallo tra i generi, un po’ spy-story, un po’ commedia, un po’ action-movie,  il terzo capitolo della saga Kingsman assomma in parti uguali pregi e difetti, da un lato infatti il suo registro ucronico e “steampunk” con spruzzate di parodia dei film “bondiani” strappa più di una risata ed anche i personaggi Ralph Fiennes/Duca di Oxford, Gemma Arter-ton/Polly, Rhys Ifans/Rasputin sono ben tratteggiati, dall’altra l’eccessiva sovrapposizione di generi e percorsi narrativi unita ad alcuni incredibili strafalcioni storici  innescano più di un cortocircuito nello spettatore che a volte fatica a capire la direzione che il regista intende tenere.