Il Governo ha definito i vincoli da rispettare nella “zona rossa” definita per contrastare la diffusione della Peste suina africana e per eradicarla a tutela della salute del patrimonio zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi esportazioni di suini e prodotti derivati. Nell’ampia zona, che comprende 114 Comuni tra cui in Piemonte e 36 in Liguri, per sei mesi sarà vietata ogni attività che possa avere un contatto con i cinghiali, tra cui la caccia (ad esclusione della caccia di selezione dei cinghiali), la raccolta dei funghi e tartufi, la pesca, il trekking, il mountain bike e le altre attività di “interazione diretta o indiretta coi cinghiali infetti“. Fino a luglio sono pertanto vietate le gite e le escursioni nei boschi: un divieto che preoccupa soprattutto i Comuni che vivono sul turismo escursionistico (in particolare quelli dell’entroterra ligure).
Il provvedimento punta a dare rassicurazioni a livello economico ai Paesi importatoti di carni e salumi italiani dai quali peraltro è già arrivata la sospensione delle commercializzazioni: Svizzera, Kuwait e Paesi orientali (Cina, Giappone e Taiwan) hanno fermato alle frontierele importazioni di carni e salumi Made in Italy. Per l’Italia si tratta di un giro d’affari da circa 1,7 miliardi di euro. Un comportamento analogo, peraltro, è stato adottato da Regno Unito, USA e Canada verso i suini provenienti da Germania, Belgio e Paesi dell’Est Europa e per questo diventa ora importante una azione diplomatica per rassicurare gli importatori e non penalizzare la filiera.
Il presidente di Confagricoltura, Luca Brondelli, mette infine in guardia rispetto alle speculazioni già in atto. "Allevatori nostri associati ci hanno segnalato che alcune aziende di macellazione, industrie e società cooperative, operanti fuori Piemonte, avrebbero sospeso i ritiri di suini vivi allevati in Piemonte, anche al di fuori della zona infetta delimitata dall'Unione Europea. Questi atteggiamenti stanno provocando turbative di mercato e ingenerando fenomeni speculativi che danneggiano pesantemente le imprese agricole e di allevamenti".
La Coldiretti, molto critica con la Regione Piemonte per la mancata adozione di un efficace Piano di contenimento dei cinghiali, giudica positivamente la mossa del Governo. “È importante la tempestiva adozione del provvedimento che consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fornendo rassicurazioni in merito alle esportazioni” – commenta il delegato confederale Moncalvo.
Confagricoltura chiede che venga chiarito se nelle zone infette sia consentito l’esercizio dell’agriturismo, delle fattorie didattiche e dell’enoturismo. “Chiediamo inoltre alla Regione – precisa il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro - di farsi parte attiva nei confronti del Governo affinché vengano previsti opportuni sostegni, supportati da un adeguato stanziamento, per le imprese agricole danneggiate, da inserire con la massima tempestività nell’emanando decreto sostegni/ristori che dovrebbe essere posto all’esame del Consiglio dei ministri la prossima settimana”.
“Adesso serve subito un’azione sinergica su più fronti anche con la nomina di un commissario in grado di coordinare l’attività dei prefetti e delle forze dell’ordine chiamate ad intensificare gli interventi, per tutelare e difendere gli allevamenti e compensare gli eventuali danni economici alle nostre imprese – affermano i dirigenti regionali Coldiretti -. È altresì necessario avviare iniziative comuni a livello europeo perché è dalla fragilità dei confini naturali del Paese che dipende l’elevato rischio di un afflusso incontrollato di esemplari portatori di peste”.
Intanto il senatore Mino Taricco ha presentato un’interrogazione al ministro delle Politiche agricole per sollecitare la messa in sicurezza l’intero settore dell’allevamento suinicolo italiano a fronte dei rischi derivanti dalla possibile diffusione della PSA sul territorio nazionale.
“Il 30 giugno scorso la Commissione Agricoltura del Senato, dopo aver affrontato la questione dei danni causati all’agricoltura dall’eccessiva presenza della fauna selvatica, ha approvato un’articolata Risoluzione nella quale sono stati chiesti una serie di interventi. Mi risulta che, presso il Ministero della Salute, a supporto di un Piano Nazionale di eradicazione e sorveglianza della PSA, sia stato istituito un “Sistema nazionale di raccolta dati per il monitoraggio dei cinghiali ed un Comitato di coordinamento per assicurare l’organizzazione delle attività di monitoraggio e valutare l’efficacia delle misure adottate dalle Regioni attraverso il Piano regionale di gestione e controllo del cinghiale”. Si tratta di capire se questo Sistema stia producendo qualche risultato.
Il servizio completo su la Fedeltà di mercoledì 19 gennaio