Fare memoria combatte l’indifferenza. Aiuta a comprendere il presente e a costruire il futuro. Sono alcuni degli spunti di riflessione offerti nella serata di sabato scorso a Genola durante la quale l’associazione Genitori in cortile (in collaborazione con l’Atrio dei Gentili e il patrocinio del Comune di Genola), ha commemorato la Giornata della Memoria. Con parole e musica offerte nel teatro Bonavia a un discreto pubblico (tenendo conto delle limitazioni e paure imposte dal Covid), mentre altri erano collegati online. Maria Teresa Milano, ebraista esperta, traduttrice, autrice e cantante, e Luca Margaria, teologo e filosofo, hanno provato ad “abitare le parole”, che è poi il titolo del loro progetto sviluppato prima in forma di podcast radiofonici e poi confluito in un libro, (che consigliamo). La scelta è caduta su quattro termini: memoria (e racconto), indifferenza, resistenza, vita, con riflessioni condivise non per trovare risposte, ma per stimolare domande. Ad intercalare le riflessioni la musica “narrativa” di Luca Pellegrino. Il polistrumentista e cantante bovesano ha eseguito alcuni brani della tradizione occitana, mixando in modo mirabile le moderne tecnologie a strumenti come la ghironda, la fisarmonica, il flauto. Una scelta, come ha chiarito Milano, che sottolinea il legame della storia ebraica con le nostre montagne cuneesi. È valicando queste montagne che gli ebrei giunsero in Piemonte all’inizio del Quattrocento, dopo l’espulsione dalla Francia. È ancora con una drammatica marcia attraverso i colli dell’Alta Valle Gesso che circa un migliaio di ebrei perseguitati dai nazifascisti scesero a Borgo San Dalmazzo nel settembre 1943, in fuga da St. Martin Vésubie. “Questa storia ci appartiene - ha detto Milano -, non è lontana nel tempo né nella geografia. La Giornata della Memoria non riguarda solo gli ebrei, ma tutti noi”. E tuttavia ha messo in guardia da confusioni fuorvianti cui abbiamo assistito in questi giorni da parte di esponenti no vax: “Indossare divise a strisce e portare stelle gialle al petto è una sovrapposizione errata e pericolosa. Prendere a prestito immagini e simboli di quella tragica storia è offensivo nei confronti di chi l’ha vissuta”.
Margaria e Milano si sono dedicati a una riflessione corposa, di cui cogliamo qualche spunto. Come il rapporto tra memoria e racconto, declinato da Luca Margaria (il video completo della serata è disponibile sul canale Youtube di Genitori in Cortile). La memoria è un fatto complesso, ha detto, non è sufficiente conservare le informazioni, il sapere cosa è accaduto. È il racconto che dà senso e interpreta quel sapere perché raccontando rielaboriamo l’evento e mettiamo in gioco noi stessi. “Nel raccontare la storia ognuno porta se stesso e in tal modo quella storia, quella vicenda diventa parte di noi. Solo così la memoria aiuta a interpretare il presente e a cambiare il futuro” ha spiegato Margaria.
Servizio completo su La Fedeltà del 2 febbraio