“Acqua pubblica”, i privati perdono un’altra battaglia

Il Tribunale respinge anche il ricorso sul valore residuo. L’Autorità d’ambito: “Ora il gestore pubblico Cogesi può subentrare”

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Il Tribunale superiore delle acque ha compiuto un altro passo verso la completa pubblicizzazione del servizio idrico (acqua, fognature e depurazione). Nei giorni scorsi, infatti, ha respinto il ricorso delle società di Aeta (il consorzio pubblico-privato che raggruppa Tecnoedil, Alpi acque e Alse, tutte del Gruppo Egea) contro la deliberazione del 27 luglio 2020 con cui la Conferenza d’ambito - la Giunta provinciale sull’acqua - aveva determinato l’ammontare del rimborso da versare ai gestori esistenti (il cosiddetto valore residuo) per gli investimenti già realizzati e non ancora pagati dalle bollette dei cittadini, per poterli così liquidare e passare ad una gestione pubblica.
È il terzo ricorso rimandato al mittente: un anno fa, a marzo 2021, il Tribunale aveva già respinto quelli presentati da Aeta contro la mancata proroga delle concessioni al 2026 e l’affidamento del servizio ad una sola società consortile pubblica per tutta la Granda. 
All'indomani della nuova sentenza l’Autorità d’ambito parla di “decisione storica per il nostro territorio”, che “conferma la legittimità del percorso politico, tecnico e amministrativo e il lavoro svolto dall’Ente d’Ambito Cuneese”, e grazie alla quale “si potrà concretizzare in capo ad un soggetto interamente pubblico la gestione degli acquedotti della provincia di Cuneo” e “si riusciranno, finalmente, ad accelerare gli investimenti sulle reti e sugli impianti, così fondamentali per il nostro territorio”.

Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 9 febbraio