Disagio giovanile: la parola all’educativa di strada

Cristina Paschetta cooperativa Caracol: “Chiusi in casa da soli per troppo tempo”

Paschetta Cristina Street Life

Più continua il nostro viaggio tra i servizi dedicati agli adolescenti, più emerge la fotografia di un disagio che ha una serie di cause concatenate tra loro.
In questi mesi è attivo un tavolo proprio focalizzato sugli adolescenti proposto dalla Neuro Psichiatria Infantile dell’Asl Cn1per svolgere un’analisi chiara di quale sia la situazione: al tavolo, oltre alla Npi, il Serd dell’Asl Cn1, il Consorzio Monviso Solidale, il Cap, Progetto Bonsai della Cooperativa Proposta80, Street Life di Caracol, Fondazione NoiAltri e il Comune di Fossano. Insieme tutti gli operatori stanno lavorando a un documento che scatti la fotografia dei giovani fossanesi tra gli 11 e i 18 anni mettendo in luce ciò che c’è e proposte per ciò che manca: “Nella crisi ci si unisce – ci ha detto Cristina Paschetta –. In tanti anni non ci era mai capitato di lavorare così tanto insieme agli altri servizi come in questo periodo”.
Anche nelle parole di Paschetta è chiaro che il disagio c’è ed è palpabile e serve mettere in campo energie e competenze con urgenza: “Negli ultimi tempi ci sono stati 4 suicidi di giovanissimi nelle nostre zone. Notizie che non vengono giustamente portate alla ribalta, ma che invece noi educatori conosciamo e affrontiamo nella nostra quotidianità. Il rischio emulazione, tra l’altro, è altissimo. Per ogni caso, c’è un alto numero di amici che si interrogano, che si colpevolizzano”.
Per Paschetta c’è, nei giovani, una legittima ribellione a quanto accaduto negli ultimi due anni: “I ragazzi sono rimasti, nel primo lockdown, troppo sotto osservazione della famiglia, che ha avuto anche il vantaggio della riscoperta delle relazioni familiari. Poi però sono arrivate la primavera e l’estate e la sensazione era che tutto fosse tornato normale. E invece è stato peggio. Il secondo lockdown ha praticamente riguardato solo loro e sono rimasti isolati, spesso da soli, in casa mentre gli adulti potevano uscire. Si sono comportati bene, hanno rispettato le regole e sono stati rinchiusi. E allora sono aumentati esponenzialmente anche le manifestazioni del disagio con i disturbi alimentari e gli episodi di sperimentazione del dolore autoinflitto”.
Non vede solo nero, comunque, Cristina. Come in ogni situazione ci sono i due versi della moneta e ci sono state situazioni in cui si è evidenziata: “La capacità di molti ragazzi di adattarsi e di tirare fuori il buono anche da queste situazioni. Tutti ne sono usciti cambiati, a volte anche in meglio. Abbiamo visto anche molti ragazzi che sono riusciti a riprendere in mano la propria vita scoprendo in questi frangenti nuove abilità e nuove passioni”.
In attesa del report del tavolo di lavoro è già palese nelle parole di Paschetta che la speranza è che questo periodo funesto possa terminare e possano riprendere i servizi di educativa di strada (in passato c’erano due educatori in servizio che svolgevano la loro attività tra Cascina Sacerdote e altri punti sensibili). Intanto dalla primavera a dicembre 2021 è stato attivato il progetto “Back to School” dal Comune di Fossano con la Provincia di Cuneo; il doposcuola “Vera De Benedetti” finanziato dalla Caritas in collaborazione con gli Istituti comprensivi "Sacco" e "Paglieri" non si è mai fermato e si sono appena conclusi i laboratori sulle emozioni nelle prime e nelle seconde volute e finanziate dal liceo Ancina. Inoltre è stato attivato lo spazio “Stacca la spina”, offerto dall’associazione Camminare Insieme” per dare ai giovani che lo desiderano, su appuntamento (whatsapp 3473190679 – Instagram: streetlifefossano), uno spazio in cui fare una partita a calcetto o trascorrere un po’ di tempo insieme agli amici in un contesto accogliente e protetto alla presenza delle educatrici.