Le aziende della Granda ottimiste sul futuro

Analisi di Confindustria: numeri in crescita nonostante il costo dell'energia, ma servono manodopera e un'attenta gestione dei fondi del Pnrr

Le aziende cuneese ottimiste sul futuro

Le aziende della Granda guardano con ottimismo al futuro, sebbene debbano misurarsi con l'aumento dei costi dell'energia. Altro aspetto a cui bisogna dedicare grande attenzione è la scarsità di manodopera. Questo - in estrema sintesi - ciò che si evince dall'Indagine di previsione per il primo trimestre di quest'anno effettuato dal Centro studi della Confindustria provinciale.

"Nel comparto manifatturiero - fanno sapere gli autori dell'analisi -, il 25,7% delle imprese indica un aumento della produzione, contro il 12,6% che prospetta una diminuzione: il saldo scende di 12,6 punti rispetto a settembre, ma resta positivo (+13,1%). Riguardo all’export, punta di diamante dell’economia provinciale, il saldo ottimisti-pessimisti è pari a +5,2% (-7,8 punti). La buona tenuta degli indicatori strutturali conferma come non si sia in presenza di un peggioramento reale del ciclo: il tasso di utilizzo degli impianti rimane su livelli molto elevati, non aumenta in modo significativo il ricorso alla cassa integrazione e non decelerano gli investimenti, grazie alle risorse messe a disposizione dal Pnrr, mentre restano buoni i tempi e le condizioni di pagamento. Anche nei servizi il clima di fiducia rimane favorevole, con indicatori di poco inferiori a quelli elaborati a settembre: il saldo relativo ai livelli di attività è pari al 20,4%, inferiore di 8,2 punti percentuali rispetto all’indagine precedente, così come il saldo relativo agli ordinativi e all’occupazione (rispettivamente pari a 19,4% e 13,3%, con una variazione di -9,2 e -15,3 punti percentuali). Cala il ricorso alla Cig e crescono gli investimenti, anche se in misura inferiore rispetto all’industria. Durante il 2021, inoltre, si è normalizzato il tasso di utilizzo delle risorse e si sono ridotti i ritardi nei pagamenti".

Per contro, il presidente Mauro Gola ha sottolineato, pur ribadendo "la forza del nostro sistema industriale descritta dall’indagine congiunturale", "il costante aggravarsi della questione relativa alla difficoltà di reperire manodopera che risponda alle esigenze delle aziende, un ostacolo alla crescita che concerne anche i settori artigiano e agricolo": "Di qui il nuovo richiamo alla necessità di un maggiore coordinamento fra il mondo del lavoro e quello dell’istruzione della formazione, che non sottende la volontà di imporre ai giovani le scelte per il loro futuro, bensì intende favorire un efficace coordinamento fra due realtà, le imprese e la scuola, che dialogano in modo non ancora sufficiente. Anche la denatalità fra la popolazione italiana sta creando ombre sul futuro e pertanto l’arrivo di lavoratori stranieri sarà sempre più una necessità". D’altra parte, Gola ha evidenziato come, per il nostro Paese, nel prossimo settennato siano potenzialmente a disposizione, fra fondi straordinari e fondi strutturali europei, circa 500 miliardi di euro: "Saper ottenere e gestire questa grande mole di finanziamenti farà di differenza fra la rinascita dell’Italia e il permanere di una situazione di crisi e indeterminatezza, anche a livello sociale".

Emirati Arabi Uniti
Uno scenario positivo per l'industria cuneese è anche quello che potrebbe delinearsi negli Emirati Arabi Uniti, dove si sono recati alcuni imprenditori appunto della Granda, a febbraio. L'export verso questo territorio potrebbe crescere. In particolare, osservano sempre dalla Confindustria cuneese, "vi sono ampi spazi di sviluppo, considerando anche la stabilità del Paese arabo e le interessanti opportunità offerte dalla fiscalità locale".