Dare casa ai profughi nel castello di Bene

Il sogno di alcuni residenti comincia a concretizzarsi con la Fondazione socio-assistenziale Gazzera Magliano: "Cerchiamo volontari"

Allestire, nel complesso del castello di Bene Vagienna, due unità abitative da destinare ai profughi ucraini. È il sogno a cui stanno lavorando alcuni residenti del paese, con l’appoggio della Fondazione socio-assistenziale Gazzera Magliano, che è la padrona di casa dell’edificio. Edificio che, a sua volta, dopo essere stato a lungo impiegato come Casa di riposo, oggi si limita ad ospitare le attività di alcune associazioni locali, mentre una buona parte dello spazio disponibile è inutilizzato.

Spiega Lino Borra, presidente della Fondazione socio-assistenziale Gazzera Magliano: “L’iniziativa è nata da un gruppo di donne, che vogliono dare una mano agli sfollati ucraini”. Dopo una telefonata fra Borra e il parroco di Bene Vagienna don Antonio Bergonzo, si è deciso di intervenire in quello spazio, all’interno del complesso del castello, che è noto come l’«ex maternità», proprio per il ruolo che ha svolto fino agli Settanta del secolo scorso, quando la struttura offriva anche servizi sanitari. “Stiamo mettendo a posto questi locali: erano vuoti da 5 o 6 anni, e c’è bisogno di una bella sistemata”, prosegue il presidente del Gazzera Magliano. Ogni unità abitativa sarà dotata di cucina, camera da letto e bagno: “Ringraziamo la ditta Leardi di Lequio Tanaro – aggiunge Borra – che ha messo a disposizione, gratuitamente, una cucina, oltre a lettini, mobili e pensili”.

Gli ideatori dell’iniziativa e il Gazzera Magliano cercano volontari che aiutino a svolgere i lavori necessari per l’allestimento delle unità abitative: in questi giorni, in particolare, ci si occupa delle tinteggiature. Quanti desiderano dare una mano sono invitati a registrare sui loro smartphone i numeri di telefono 333.6940953 e 333.1211232, che appartengono a due delle donne coinvolte nell’inziativa: negli “aggiornamenti di stato” che le intestatarie dei due numeri pubblicheranno su WhatsApp, verranno indicati, a mano a mano, i lavori che si rendono necessari.

Quando le unità abitative saranno pronte e giungeranno i profughi – Bene Vagienna ha segnalato la propria disponibilità attraverso il canale attivato dalla Regione Piemonte –, non verrà meno la necessità di poter contare sulla generosità dei benesi. “Ringraziamo i volontari – dice ancora Borra – e ricordiamo che ci sarà bisogno di aiuto anche in seguito. I profughi arriveranno soltanto con una valigia in mano: servirà anche un sostegno economico per loro”.

Dopo la conclusione dell’emergenza legata alla guerra in Ucraina, le unità abitative resteranno ovviamente “a disposizione delle famiglie bisognose”: “È nel nostro statuto, nel nostro spirito”, conclude Borra.

Il presidente ha ragione due volte: l’ente che guida è infatti l’evoluzione della Fondazione infermeria Casa di riposo, nata come istituzione di assistenza e beneficenza che, oltre ad essere la proprietaria dell’attuale Residenza socio-assistenziale di Bene Vagienna, ha  raccolto l’eredità di un’altra Fondazione, il “Gazzera Magliano” che fu creato per la cura degli orfani. Anche la storia del castello stello, che comincia almeno nel 901, contiene al suo interno un capitolo la cui parola-chiave è “generosità”: nell’edificio visse infatti, a cavallo fra XV e XVI secolo, la patrona del paese, la contessa Paola Gambara, che secondo le cronache si distinse per le opere di carità verso i poveri. Aprire le porte ai profughi ucraini è senza dubbio un buon modo di testimoniare la sua memoria, mantenere vivo il suo retaggio. L’allestimento delle unità abitative è, in aggiunta, un ulteriore segno della nuova vita che si apre per il castello, dopo la costruzione della nuova Casa di riposo che ha tolto all’edificio quella che era stata, negli ultimi decenni, la sua funzione: all’interno della struttura, di recente, hanno trovato casa l’associazione “Mayhem fit club”, che permette di dedicarsi ad allenamento funzionale e yoga, e il Centro coreografico Santa Chiara, che ha formato generazioni di ballerine.