Veglia di preghiera per i Missionari martiri per ritrovare il coraggio della testimonianza

Sabato 26 marzo (ore 17,45) nella chiesa del Salice, a Fossano

Missionari Martiri 2022

Ogni anno durante la Quaresima siamo invitati ad una celebrazione che si qualifica come preludio tanto del Venerdì Santo, quanto della Pasqua. È la Giornata dei Missionari Martiri, che cade il 24 marzo, giorno scelto perché ricorda la data dell’assassinio di mons. Oscar Romero, vescovo di San Salvador, avvenuto il 24 marzo 1980.
La Giornata viene celebrata a Fossano sabato 26 marzo, alle 17.45, con una breve veglia di preghiera per i missionari, nella chiesa di Santa Maria del Salice: suor Maria Pia Ramonda racconta la sua esperienza e testimonianza missionaria in Etiopia; alla veglia segue la messa prefestiva. “Preghiamo insieme per la schiera di persone che nel mondo stanno testimoniando con la vita e lavorano per un mondo migliore” dice don Piero Ricciardi, direttore del Centro Missionario diocesano. “I testimoni del Vangelo, uomini e donne che vivono la Parola di Dio, camminano per il mondo accanto ai poveri, agli ultimi - spiega don Ricciardi -. La loro morte è un segno, un’eredità che la Chiesa cerca di raccogliere. Sì, nel mondo i cristiani perseguitati sono esponenzialmente aumentati. Nel mondo milioni di uomini e donne vengono uccisi perché fedeli al Vangelo liberatore. Così è in Medio Oriente. In Asia è quotidianità. In Africa non si conosce il numero delle vittime. In America latina la lotta per i diritti sociali e la professione della fede subiscono la stessa sorte. Noi siamo spettatori, pare non ci riguardi. Il cristianesimo pare non sia il benvenuto dove governano odio e soprusi. Troppi morti. Troppa violenza, troppo sangue.
Le nostre comunità cristiane - l’invito di don Ricciardi - sono chiamate a fare memoria dei martiri per ritrovare il coraggio di dire, testimoniare e annunciare le proprie scelte spirituali”.

Voce del Verbo
La 30ª Giornata dei Missionari Martiri quest’anno ha per slogan “Voce del Verbo”. “Sono diverse le ragioni che ci hanno condotto a questa riflessione – scrive Giovanni Rocca, segretario nazionale di Missio Giovani -: oltre all’evidente attenzione che vogliamo porre sui popoli che subiscono martirio, dei quali il missionario è chiamato a farsi portavoce e amplificatore, c’è anche una dimensione legata al silenzio nella morte che vorremmo scardinare. Infatti, se la morte, così come quotidianamente la viviamo, è spesso accompagnata dal silenzio e dal dolore ci sono situazioni in cui non è così. Pensiamo ad esempio ai conflitti armati, alle persecuzioni, alla criminalità, al terrorismo, fenomeni che si muovono, che strisciano nel silenzio, per sfociare poi nelle bombe e nelle grida di chi le subisce. Questo rumore assordante non fa altro che sovrastare quella voce, già fioca e intimorita di chi è oppresso.
Ma c’è un’altra morte che fa rumore, è quella di Cristo inchiodato alla croce, emblema del martirio che scuote la terra, che disordina gli equilibri del potere, che distrugge il tempio del male per edificare quello dell’uguaglianza e della libertà dei figli di Dio. Anche quando il sepolcro è murato, quella voce, che è eco della voce creatrice del Padre, non tace - conclude Rocca -. Continua a plasmare il mondo e, in un’esplosione di luce, lo risorge, gli ridona vita nuova. Il missionario martire non giace nella tomba ma è più vivo che mai nelle donne e negli uomini che hanno ascoltato dalla sua voce la Buona Notizia di Gesù”.

22 missionari uccisi nel 2021
Nell’anno 2021 sono stati uccisi nel mondo 22 missionari. Lo riferisce il dossier diffuso a fine anno dall’agenzia Fides. Si tratta di 13 sacerdoti, un religioso, 2 religiose, 6 laici. “Riguardo alla ripartizione continentale, il numero più elevato si registra in Africa, dove sono stati uccisi 10 missionari (6 sacerdoti, 2 religiose, 2 laici), cui segue l’America, con 7 missionari uccisi (4 sacerdoti, 1 religioso, 2 laici) quindi l’Asia, dove sono stati uccisi 3 missionari (1 sacerdote, 2 laici), e l’Europa, dove è stato ucciso un sacerdote”. Negli ultimi anni – riferisce ancora Fides – sono l’Africa e l’America “ad alternarsi al primo posto di questa tragica classifica. Dal 2000 al 2020, secondo i nostri dati, sono stati uccisi nel mondo 536 missionari”.