Giovani preti che si giocano la vita per i giovani, si lasciano entrambi assorbire dall’Azione Cattolica: don Giorgio Canale come Assistente diocesano della Gioventù Maschile, mentre a don Stefano Gerbaudo è affidata la Gioventù Femminile. «Fu il prete della nostra giovinezza - scrive di don Giorgio da queste colonne Beppe Manfredi -, porta una ventata nuova, di rinnovamento di metodi e di atmosfera». In realtà, si tratta di un nuovo corso che don Giorgio ha appena il tempo di inaugurare, perché la guerra, anche da Fossano, si porta via la meglio gioventù, dislocandola al fronte o nella steppa russa, il più delle volte con la corona del rosario in tasca e, cucita sulla canottiera, la medaglietta mariana ricevuta dal "don" negli ultimi esercizi spirituali a Cussanio. Eppure, terminata la diaspora e l'ancor più dilaniante guerra fratricida che ha seminato distruzione e morte, le file si ricompattano e l'attività associativa faticosamente riprende: merito, indubbiamente, della semina profonda e oculata in cui i due assistenti diocesani non si sono risparmiati. «La sua parola, le sue pubblicazioni a risonanza nazionale, la sua drezione spirituale - annota don Volta -, hanno formato generazioni di laici che hanno fornito figure eminenti nella vita ecclesiale e civile di quei decenni».
Vicario Generale dal 1947, ricopre tale carica, a fianco di quattro vescovi, per 34 anni, fino al 1981. Principalmente per suo impulso e per sua intuizione si comincia a pensare alla costruzione di un nuovo seminario, di cui il 22 maggio 1955 viene posta la prima pietra e che, grazie alla solerzia con cui ne segue i lavori, è possibile inaugurare meno di due anni dopo, il 28 aprile 1957. Accompagna i primi passi del nuovo complesso fino al 1960, quando cede il passo ad un nuovo rettore; quasi contemporaneamente assume la direzione del nostro settimanale, preparando la strada al suo successore don Giorgio Martina, che gli subentra nel 1969. Don Gerbaudo, che nel 1944 ha fondato la famiglia delle Cenacoline, muore prematuramente nel 1950 e il vescovo Borra affida proprio a don Giorgio questa preziosa eredità, quasi con ciò riconoscendo la profonda affinità che li ha legati.
La sua naturale predisposizione alle profetiche intuizioni suggerite dallo Spirito lo porta ad approfondire la realtà degli Istituti Secolari alla luce del decreto "Provida Mater Ecclesia" del 1947: nasce così una nuova Famiglia, che gradatamente andrà trasformandosi nell'Istituto Secolare "Missionarie Diocesane di Gesù Sacerdote", aprendosi, proprio grazie a lui, ad una dimensione sempre più marcatamente missionaria, prima tra gli emigrati italiani nel nord-est della Francia, in seguito in Patagonia, Camerun e Brasile. È soprattutto dal gemellaggio con la diocesi di Comodoro Rivadavia nel Chubut in Patagonia che l'apertura missionaria della nostra diocesi diventa fruttuosa e quasi palpabile. A dimostrazione, infine, della versatilità di un impegno sacerdotale davvero a 360 gradi, non si può non menzionare il suo impegno in campo sociale ed assistenziale con la realizzazione del Pensionato Mellano in via Celebrini e della nuova sede per le "Buone Figlie" in viale Vallauri, durante il suo periodo di presidenza (in quanto Vicario Generale) degli Istituti cittadini.
Certamente queste brevi note biografiche non hanno la pretesa di condensare in così poco spazio la ricca e multiforme personalità di monsignor Canale, men che meno la sua intensa spiritualità. Ci siamo limitati a brevi pennellate, che concludiamo considerando l'ultimo decennio di vita di monsignor Giorgio, nei suoi tre aspetti che giudichiamo significativi e in linea con la sua personalità. Innanzitutto "l'esemplare senso di responsabilità" (per dirla con don Volta) che «nel 1981 lo porta a rinunciare alle sue responsabilità diocesane in considerazione delle sue condizioni di salute». In secondo luogo la sua disponibiità a lasciarsi sigillare da una salute sempre più fragile e da nuove malattie subentrate, in un ritiro quasi claustrale: «Rimase tra noi silenzioso e nascosto, con tutta la carica della sua bontà e della ricchezza del suo cuore. Una presenza nuova, discreta, ridotta all'essenza, fatta di preghiera e contemplazione». Infine il cammino compiuto con il gruppo del Rinnovamento nello Spirito, cui offre solide basi teologiche e di profonda spiritualità nella fedeltà assoluta alle direttive della Chiesa, e grazie al quale gli si manifesta ancor di più, come dirà nel suo testamento spirituale, «la tenerezza della Paternità divina e la dolcissima intimità con Gesù, Signore della mia vita». Il suo lento inesorabile declino si conclude alle 17,10 di domenica 11 giugno 1989, lasciando a tutti «l'ardente arrivederci nella felicità della Trinità beata».
(2 - fine)
A chi volesse approfondire la poliedrica figura di mons. Giorgio Canale saremo lieti di offrire in dono l’opuscolo “Nel soffio dello Spirito”, che potete richiedere via e-mail a gpettiti@tiscali.it