Anche da Fossano alla carovana per la pace in Ucraina

Ucraina carovana Fossano

Ci sono anche Davide Dutto, presidente di Sapori Reclusi, e Ivana Borsotto, presidente del Focsiv, insieme a rappresentanti delle due realtà, in viaggio verso Leopoli. Sono su un pulmino 9 posti. In viaggio con la carovana partita questa mattina (venerdì 1 aprile) per "Stop the war", azione di pace diretta in Ucraina.
All'alba, da Gorizia, sono partiti 66 mezzi arrivati da ogni parte d'Italia, il 95% sono pulmini da 9 posti, un paio di autobus e qualche macchina. Alla carovana partecipano 221 persone e per il ritorno possono ospitare circa 300 persone, ucraini che hanno bisogno di rifugio in Italia.

Ci scrive Ivana Borsotto, mentre è in viaggio verso il paese in guerra: "Siamo partiti alla volta di Leopoli, in Ucraina, nella convinzione che la guerra non è mai ineluttabile, è sempre una scelta. È #stopthewarnow , un’azione non violenta di pace. A fianco del popolo ucraino che resiste con determinazione e con orgoglio contro la feroce e ingiustificabile invasione militare ordinata dal dittatore Putin. Invasione che, come ci ricorda il Presidente Mattarella, 'colpisce le fondamenta della democrazia, rinsaldata dalle Costituzioni che hanno posto la libertà e i diritti inviolabili dell’uomo alla base della nostra convivenza'. Testimoniamo, con la nostra presenza, la nostra vicinanza, la nostra solidarietà e la volontà di pace, per permettere a persone con fragilità, madri sole e soprattutto bambini di sottrarsi ai pericoli e alla ferocia della guerra, lasciando il loro Paese e raggiungendo l’Italia. Una presenza che vuole essere un deterrente all’uso della violenza, con la richiesta di una sincera soluzione negoziata, di cessazione dei bombardamenti, della sicurezza dei corridoi umanitari e del ritiro dell’esercito russo. Ricordando che Ucraina è Europa".

Aggiunge ancora: "La costruzione della pace è un processo lungo. Dobbiamo investire ogni nostro sforzo per una società giusta, libera, basata sui diritti e sulla pratica del Bene comune: una società di pace. La pace va oltre, deve avere negli occhi tutte le donne e gli uomini del mondo e guardare lontano. E guarda ad un orizzonte vicino e costruisce qui e ora un cammino di fratellanza e prossimità. Dobbiamo lavorare per la pace, sostenere la speranza, tessere fratellanza, a partire dai giovani. Azioni di pace che abbiano radici nella giustizia: dobbiamo tutelare i diritti, garantire i servizi di base, l’educazione, la salute, il lavoro, una abitazione dignitosa. Il popolo ucraino sa che potrà contare sulla nostra collaborazione nel lavoro di ricostruzione che, con la pace, la democrazia e la libertà, potrà curare le ferite della guerra Come ci indica Papa Francesco '[…] Occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia. […]'. Noi siamo in cammino".