Risveglio “gelato” per il Piemonte

I lunghi mesi di siccità interrotti da pioggia, neve e purtroppo grandine: l'agricoltura conta i danni

Dopo oltre 110 giorni senza precipitazioni, le pioggia è arrivata. Con la neve, che ha imbiancato le montagne (foto in basso), e purtroppo con la grandine, che ha colpito molte aree del Piemonte (foto in alto). I chicchi di ghiaccio si sono riversati al suolo soprattutto nel basso Torinese tra Chieri, Poirino, Pralormo e Carmagnola e nel Cuneese tra Fossano, Cervere, Bra e Cherasco e nel Saviglianese e Saluzzese.

I tecnici di Coldiretti e Confagricoltura sono al lavoro per la stima dei danni subiti dal mondo dell’agricoltura: hanno sofferto soprattutto gli orti, i frutteti in fiore e i campi seminati a cerali, ma occorre citare anche i prati per la produzione di foraggio che in molti casi sono stati coperti da un sottile strato di ghiaccio misto a neve. Peraltro, le recenti precipitazioni, se sono ovviamente una buona notizia dopo mesi di terribile siccità, non sono sufficienti per ovviare al mancato accumulo di acqua durante la stagione fredda: e ora continuano a preoccupare la scarsità di riserve idriche, gli abbassamenti dei livelli di falda e della portata dei corsi d’acqua, soprattutto in vista della necessità di irrigare i campi durante l’estate.

“Ancora una volta – dichiara il delegato confederale della Coldiretti cuneese, Roberto Moncalvo – ci troviamo di fronte agli effetti del cambiamento climatico, fatto di sfasamenti stagionali, sbalzi termici, lunghi periodi siccitosi interrotti da eventi piovosi eccezionali: un fenomeno ampio e complesso che, anche alla luce delle nuove difficoltà legate alla guerra, all’instabilità dei mercati internazionali e all’incertezza sulla sostenibilità finanziaria delle aziende agricole, impone un radicale cambio di prospettiva per ripensare strategie a lungo termine anziché governare l’emergenza”. “L’agricoltura è il più importante mitigatore degli effetti del cambiamento climatico, un monito per investire su nuove produzioni agricole, sulla tutela del patrimonio boschivo e sulle energie rinnovabili con fotovoltaico sui tetti e biogas dai reflui zootecnici”, aggiunge Fabiano Porcu, direttore sempre della Coldiretti cuneese.

“La situazione è critica – dice, a sua volta, Ercole Zuccaro, direttore della Confagricoltura piemontese – perché le precipitazioni si sono rivelate particolarmente violente: a Pralormo sono scesi chicchi di grandine grossi come uova”. Enrico Allasia, presidente della Confagricoltura piemontese e cuneese, evidenzia che “le colture maggiormente danneggiate sono gli orti in pieno campo e i frutteti”: “Gli alberi da frutto in questo periodo hanno i germogli molto teneri, che la grandine ha distrutto; alcune piante, per esempio i ciliegi, sono in piena fioritura, per cui si perderà la quasi totalità del raccolto”. E come se ciò non bastasse, segnalano sempre dalla Confagricoltura, “non si è ancora aperta la campagna per l’assicurazione agevolata delle colture”, dunque “gli agricoltori, pur volendo, non hanno ancora potuto assicurare le loro produzioni”.

Un timore ulteriore è legato ad eventuali gelate. Il freddo, dal sapore invernale, durerà ancora alcuni giorni: almeno dalla metà della prossima settimana, tornerà il sole.

E' nevicato a Sestriere, il 1° aprile