Fiera del Vitello grasso, un atteso ritorno

Esposizione dei capi, valutazione e, in tarda mattinata, la consegna dei premi agli allevatori

Mercoledì 6 aprile, fin dalle prime ore del mattino il Foro boario è tornato a riempirsi di muggiti: dopo due anni è tornata la Fiera del vitello grasso. Un frastuono, quello dei camion e degli animali, che un tempo si ripetevano ogni mercoledì e che adesso ritorna soltanto il giorno della Fiera perché - come ricorda l’assessore all’Agricoltura, vicesindaco Giacomo Pellegrino, la Fiera è rimasta l’unica occasione in cui gli allevatori portano in piazza i loro animali. “Negli ultimi decenni sono cambiate le modalità di vendita, le contrattazioni non si fanno più al mercato ma in azienda per cui la Fiera è l’unica occasione di dare visibilità alle nostre eccellenze”. E mercoledì 6 aprile sono in tanti ad approfittare di questa occasione per vedere “dal vivo” i bei vitelli della coscia che si allevano nel Fossanese; non solo gli addetti ai lavori: mediatori, commercianti, macellai (che arrivano in tanti e da diverse regioni) ma anche cittadini incuriositi da quest’evento. Come sottolineano dall’Anaborapi, “le Fiere zootecniche possono diventare un momento molto attrattivo anche da un punto di vista turistico perché sono sempre più rare e rappresentano un momento di grande interesse per chi ha questo tipo di passione”. Del resto la Fiera del vitello grasso di Fossano (giunta alla 93ª edizione) è una delle manifestazioni che ha mantenuto nel tempo maggior fedeltà alla tradizione: non è richiesta l’iscrizione - anche se questa faciliterebbe gli organizzatori - nel rispetto di una consuetudine che vuole che l’allevatore decida il mattino stesso se presentare o meno il suo capo in Fiera. L’intero svolgimento della Fiera è un richiamo alla tradizione e alla cultura contadina: dalla cura con cui i capi sono preparati per l’esposizione (il manto degli animali spruzzato di farina e spazzolato), alla valutazione dei capi da parte degli operatori che ne soppesano le varie parti anatomiche, al confabulare dei visitatori, con grandi gesti, dietro agli animali che, senza imbarazzo, danno libero sfogo ai loro bisogni… Un unico strappo alla tradizione: quest’anno si è deciso di “modernizzare” il regolamento: l’età dei bovini non si quantifica sulla base della dentizione ma attingendo all’anagrafe bovina. “Oggi la vita dei bovini è tracciata fin dalla nascita - spiegano dall’Anaborapi -; non abbiamo necessità di ricorrere a questo metodo che risulta piuttosto scomodo, perché occorre individuare e fermare i bovini nei box e forzarli ad aprire la bocca; un tempo, quando gli animali erano legati alla greppia, era più semplice”. Il programma L’introduzione degli animali nell’area del Foro boario è prevista alle 7 del mattino; alle 8 ha inizio l’esposizione dei capi; dalle 8,30-10,30 si svolge la valutazione degli animali da parte della commissione tecnica e apposizione delle gualdrappe sulla groppa dei capi premiati; alle 11 la consegna dei premi agli allevatori i cui capi si sono meglio classificati. Alle 12,30 il pranzo della Fiera nella sala Brut e bon che quest’anno, a differenza delle edizioni precedenti, non prevede la consegna del Premio Fedeltà al mercato agli operatori che, negli anni, si sono distinti per la loro presenza e “fedeltà”, appunto, al mercato del bestiame e alla Fiera del vitello grasso: “Vista la sospensione della Fiera per due anni a causa della pandemia abbiamo deciso di non procedere a questa premiazione; la riprenderemo il prossimo anno” - spiega l’assessore all’Agricoltura.

Servizio su la Fedeltà di mercoledì 6 aprile 2022.