“Coda – I segni del cuore” – “Il muto di Gallura”

Coda i segni del cuore

CODA - I SEGNI DEL CUORE
di Sian Heder; con Emilia Jones, Marlee Matlin, Troy Kotsur, Daniel Durant, Eugenio Derbez. 

Ruby è una ragazza diciassettenne, ed è l’unica nella sua famiglia ad essere dotata di udito. Tutte le mattine, prima di andare a scuola, lavora sulla barca per aiutare il fratello e i suoi genitori nell’attività di pesca sulla costa del Massachusetts, ed è lei la responsabile per la compravendita del pesce. Poi, preso il pullman arriva a scuola, dove il più delle volte i compagni la ignorano, quando non la prendono in giro. L’unica sua consolazione è il canto, per il quale Ruby ha scoperto di avere buone doti e una grande passione. Anche il maestro del coro della scuola Bernardo Villalobos è convinto delle doti canore di Ruby, ma questo non gli impedisce, almeno inizialmente, di essere incredibilmente ostile e odioso nei confronti della ragazza che viene spesso rimproverata per i suoi ritardi senza che nessuno si chieda mai che cosa ci sia dietro i suoi ingressi posticipati a scuola.  Ma al talento non si può sfuggire e quando di fronte all’evidenza il maestro propone a Ruby un’audizione per una prestigiosa scuola di canto, la ragazza si trova davanti ad un enorme dubbio esistenziale: tentare di dare corpo ai propri sogni o abbandonare il canto e continuare ad aiutare la sua famiglia per la quale lei rappresenta un imprescindibile ponte con il mondo? 
Remake del francese “La famiglia Belier” di Eric Lartigau (2014), il film di Sian Heder  salvo qualche dettaglio non si discosta dall’originale (in Francia la famiglia produceva formaggi qui si dedica alla pesca) conservandone la forza e la trasgressività, la protagonista  Ruby/ Emilia Jones rivela sorprendenti doti di interprete ed anche il resto del cast  a cominciare dal premio Oscar Troy Kotsur dà il meglio di sé. Una storia intensa e vera, una storia di passione, amore e talento che senza cercare la lacrima facile scava in profondità nelle relazioni umane. Tre Oscar meritati (Miglior Film, Miglior Sceneggiatura non originale, Miglior Attore non protagonista) per un film da vedere.  

Il muto di Gallura
IL MUTO DI GALLURA
di Matteo Fresi; con Andrea Arcangeli, Marco Bullitta, Giovanni Carroni, Syama Rayner, Aldo Ottobrino.

Unica pellicola italiana in Concorso all’edizione 2021 del Torino film festival, “Il muto di Gallura” è un grande film che dice molto della vitalità del nostro cinema e in prospettiva fa ben sperare. Opera dell’esordiente (nella finction) Matteo Fresi e liberamente tratto dall’omonimo romanzo storico di Enrico Costa (edito ora dalla piccola casa editrice “Il Maestrale”, ma la prima edizione è del 1884), il film è una sorprendente storia di confronti e vendette, di vita e morte nella Sardegna di fine ‘800, una sorta di western mediterraneo in grado di inchiodare lo spettatore alla sedia con la bellezza delle immagini (magnifica la fotografia di Gherardo Gossi) e la potenza del racconto. 
Bastiano è sordomuto sin dalla nascita, e già da bambino soffre enormemente della sua condizione. Il mondo è spietato e crudele e i maltrattamenti di cui è fatto oggetto induriranno il suo carattere - come poteva del resto essere diversa la cosa -  fino a quando dopo l’uccisione del fratello Michele, la rabbia di Bastiano e la sua incredibile mira faranno di lui un assassino infallibile all’interno della faida tra le famiglie Vasa e Mamia. Storia di sangue, di amicizie tradite e di vendette interamente condotta tra i monti di una splendida Gallura, il film conquista per il suo passo epico e l’intensità della storia, evocando con grazia e mestiere (a dispetto dell’età) certo cinema dei fratelli Taviani o “Novecento” di Bertolucci. Da non perdere.