A Pasqua la “spesa sospesa” per gli ucraini

Continuano le iniziative del progetto "Aiutaci ad aiutarli", che coinvolge i consoli onorari d'Italia in Romania

Un’occasione per fare il punto: e per presentare l’iniziativa che, in parallelo a quelle già avviate, sarà lanciata nella settimana pasquale. Lo scorso 5 aprile, è stata organizzata una conferenza stampa sul progetto “Aiutaci ad aiutarli - Per sostenere il popolo ucraino” che, nato a Bene Vagienna, ha coinvolto numerosi altri Comuni della Granda, associazioni di respiro internazionale e i consoli onorari d’Italia nelle città romene di Cluj-Napoca, Satu Mare e Iasi. L’obiettivo è quello di fornire aiuti sia ai profughi che raggiungono i Paesi confinanti, sia agli ucraini che restano nelle terre dove si combatte; in parallelo, si vuole creare una rete di accoglienza per quanti raggiungono l’Italia.

Il coinvolgimento dei consoli, che vivono e operano a breve distanza dai luoghi della guerra, permette ai numerosi volontari impegnati in questa capace macchina di solidarietà di avere continuamente sotto gli occhi una “lista della spesa” aggiornata, in cui sono indicate le cose di cui hanno bisogno nell’immediato gli ucraini a cui si vuol dare aiuto. L’ambizione dell’iniziativa è infatti quella di “incanalare la solidarietà della nostra gente verso cose concrete, utili e indispensabili”: “Aiutaci ad aiutarli” vuol essere così “una opportunità in più, di sostegno e complementarietà”, che si aggiunge alle altre iniziative già avviate.

Come donare
Da lunedì 11 a venerdì 15 aprile - ecco la novità - sarà possibile aderire alla “spesa sospesa” per gli ucraini, ovvero acquistare cibo o altri generi di prima necessità, farmaci e altri articoli sanitari nei negozi e nelle farmacie che danno la loro disponibilità.
Intanto, è confermata la possibilità di effettuare donazioni in denaro, al conto corrente IT61L 08450 46990000000023890 intestato a “Casa do menor Italia Onlus”, con causale “Emergenza Ucraina”.

"Canali certi”
Massimo Novali, console italiano a Cluj-Napoca, ha fornito una fotografia della situazione che vive in Romania: “Le persone accolte non vogliono essere di peso: alcune donne, con i figli un po’ più grandi, hanno già trovato dei lavori part-time. A differenza dei profughi della prima ondata, che giungevano in auto e proseguivano verso altri Paesi, presentano però una situazione economia precaria”.  Lo sforzo dei Consolati, ha aggiunto Novali, è quello di garantire canali certi per gli aiuti che giungono in Ucraina: “Abbiamo hub ben forniti, la difficoltà sta nel portale il materiale al di là del confine: bisogna evitare che se ne impossessino persone con pochi scrupoli che rivenderebbero alla popolazione”.
“Pensavo che tutto sarebbe finito presto: ora ho l’impressione che durerà a lungo”, è intervenuto Dino Tucci, console onorario a Satu Mare, che si è espresso a favore sulla possibilità, nell’ambito del progetto “Aiutaci ad aiutarli”, di creare gemellaggi fra Comuni che possono elargire aiuti e Comuni che riceverebbero questi aiuti. Un approccio di questo tipo, secondo Tucci, permette di distribuire uniformemente gli aiuti.

Da Bene Vagienna...
Quando scoppiò la guerra in Ucraina, il sindaco di Bene Vagienna Claudio Ambrogio pensò di reagire alla crisi umanitaria organizzando una rete simile a quella che era stata creata durante la pandemia di Coronavirus. Proprio sul fronte medico, è stata decisiva la collaborazione del dottor Claudio Novali, specialista in Chirurgia cardiovascolare a Cuneo, che a sua volta ha coinvolto il fratello Massimo, console onorario in Romania.
Altre associazioni sono state a loro volta coinvolte. Da citare, soprattutto, la “Casa do menor”, onlus fondata da padre Renato Chiera, e “L’aquilone”, associazione di Farigliano.
Sono ovviamente pronti a dare una mano anche gli Alpini. Se la loro partecipazione può sembrare scontata (quando mai le “penne nere” si sono tirate indietro?), in questo caso il loro coinvolgimento assume un significato profondo, di carattere storico. Com’è stato sottolineano nell’incontro dello scorso 5 aprile, le terre ucraine dove oggi si combatte sono (anche) quelle dove avvenne la ritirata delle Divisioni alpine inviate dall’Italia fascista contro l’Unione sovietica. Degli italiani che riuscirono a tornare in patria, molti erano stati aiutati dalla popolazione locale: una solidarietà che le “penne nere” non hanno dimenticato.