C’è ovviamente la produzione idroelettrica tra le fonti energetiche “pulite” su cui si vuole scommettere per il futuro. Ma che fare quando l’acqua è poca? Il tema riguarda (anche) il Cuneese, che ha sperimentato una siccità di mesi e che accoglie nel suo territorio impianti di questo tipo piuttosto noti come il “Luigi Einaudi” di Entracque in valle Gesso.
Quest’ultimo è affidato ad Enel Green Power. L’azienda, interpellata da “la Fedeltà”, spiega: “Collaboriamo con il territorio per garantire un uso plurimo delle acque. Le strategie per la gestione delle acque sono nelle competenze degli enti preposti: Enel Green Power osserva le prescrizioni in vigore, ad esempio i rilasci del minimo deflusso vitale e gli accordi in vigore per gli altri usi della risorsa idrica, contemperando la produzione di energia elettrica con le esigenze ambientali e del territorio”.
Agli obblighi come il minimo deflusso vitale - importantissimo, perché garantisce l’integrità ecologica del corso d’acqua, in particolare per quanto riguarda le forme di vita che ospita -, in questi ultimi mesi si è aggiunto, come dicevamo, il problema dell’assenza di precipitazioni: per oltre 110 giorni, in Piemonte la pioggia e la neve sono state quasi assenti. “Il quadro generale, che registra una contrazione di apporti - proseguono da Enel Green Power -, è reso ancor più critico dalla quasi totale assenza di precipitazioni nevose durante tutto l’inverno e su tutto l’arco alpino, compresa la zona del Cuneese, dove i dati del manto nevoso sono ai minimi storici”.
Proprio la neve che fonde dovrebbe alimentare, in primavera, gli impianti idroelettrici. Se, a causa del cambiamento climatico, quella che un tempo era definita la “bianca visitatrice” si mostra sempre meno, soffrono quelle strutture che sfruttano l’acqua per la produzione di energia pulita, con cui si cerca di far fronte al cambiamento climatico
stesso. Un paradosso, questo, che si avverte soprattutto nell’Italia settentrionale: una terra, fino a non molto tempo fa, ricca di neve.