La sicurezza sul lavoro prima di tutto

celebrazione 1° maggio a Cussanio

"Il dramma delle morti sul lavoro ci impone di fermarci, di recuperare il valore della vita umana: prima di tutto, prima di ogni altra cosa, c’è la persona. Questo impegno deve guidare le no- stre azioni, in coerenza alla nostra fede”.

Con queste parole don Flavio Luciano, direttore regionale e interdiocesano della Pastorale sociale e del lavoro, sabato sera 30 aprile ha introdotto il tema della sicurezza del lavoro durante la celebrazione che si è tenuta al Santuario di Cussanio. Come lo scorso anno, la celebrazione dedicata al mondo del lavoro in vista del 1° maggio si è tenuta in occasione dell’apertura dei pellegrinaggi per il mese mariano.

Nel corso della celebrazione sono state ricordate le donne e gli uomini, i giovani e i ragazzi vittime di infortuni ed eventi tragici sul lavoro, “causa di immensa sofferenza nell’intera comunità” e si è pregato per le famiglie delle vittime di questi incidenti. Don Flavio ha spiegato come il dramma delle morti sul lavoro ci imponga di cambiare men- talità. “Garantire la sicurezza di chi lavora non deve essere considerato un costo ma un investimento perché le per- sone sono la vera ricchezza di un’azienda; senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane, significa proteggere le nostre famiglie, le nostre comunità”.

Al termine della celebrazione il direttore della Pastorale del lavoro ha proposto la te- stimonianza dell’associazione culturale Gabriele Alladio di Marene. “Quest’associazio- ne -haspiegato- è nata in memoria di un giovane mor to a 18 anni in un incidente avvenuto nell’azienda agricola familiare, a Marene, il 29 agosto 2018. Si propone di promuovere la cultura della sicurezza nel mondo agricolo, sensibilizzando in particolare i giovani.

 

“Il vuoto lasciato da mio ni- pote è stato enorme, perché Gabriele era un giovane intra- prendente e pieno di vita ma proprio per questo si doveva fare qualcosa: la sua energia non poteva andare dispersa - ha detto Vittorio Manghisi -. Abbiamo quindi costituito l’associazione con l’obiettivo di promuovere una cultura della sicurezza in agricoltura partendo non tanto dalle normative ma dalle persone, lavorando sulla consapevolezza. Abbiamo chiamato questo progetto ‘Seminare cultura’. Per noi seminare cultura significa creare occasioni di dia- logo, in cui le persone possano parlare della loro vita e del loro lavoro, condividere come si sentono. Una settimana fa si sono conclusi i primi tre incontri realizzati con l’aiuto della psicologa Maura Anfossi e il collega Andrea Pascale del servizio di Psicologia e trauma Center dell’ospedale di Cuneo a cui hanno partecipato molti giovani ma anche agricoltori meno giovani: le persone hanno potuto dialogare, parlare del loro lavoro, delle difficoltà e anche degli aspetti positivi. Raccogliere le idee, pensare al proprio vissuto, ricordare pezzi della propria vita, metterli in ordine... tutto questo crea consapevolezza. Se non ci facciamo prendere dalla routine, se siamo più attenti, più presenti a noi stessi, siamo anche in grado di valutare i rischi, di chiedere aiuto, quando necessario. A tutto vantaggio della sicurezza”.