“Settembre“ – “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday”

Settembre

SETTEMBRE
di Giulia Steigerwalt; con Fabrizio Bentivoglio, Barbara Ronchi, Thony, Andrea Sartoretti, Tesa Litvan. Italia, 2022. 

Dopo l’esordio come attrice (giovanissima) a fine Anni ’90 in “Come te nessuno mai” di Muccino ed un’apprezzabile carriera come interprete, prossima ai quarant’anni Giulia Steigerwalt ha deciso di mettere a frutto la laurea in Filosofia e le sue doti di scrittura firmando alcune apprezzate sceneggiature (“Il campione”, “Marilyn ha gli occhi neri”) per passare infine dietro la macchina da presa con questo “Settembre”. 
Film corale al contempo acuto e delicato, che intreccia storie diverse cui è sotteso il comune denominatore di una ricerca di senso della vita, e dove il titolo stesso, Settembre, fa pensare per ognuno dei protagonisti ad un nuovo inizio, ad una ripartenza. 
C’è Maria che ha soltanto quattordici anni ed è innamorata di Cristian, ma che di fronte alle “avances” spinte del ragazzo va in panico e allora decide di chiedere consigli sul sesso all’amico Sergio che, dolcissimo, le starà vicino trascorrendo con lei un intero pomeriggio. 
C’è Francesca, la madre di Sergio, sempre più distante dal marito Alberto, che si confida con la sua migliore amica Debora, a sua volta in crisi con il marito Marco. Da quel confronto, sincero e aperto, scaturirà un rapporto che in partenza nessuna delle due aveva immaginato. E poi c’è Guglielmo, il ginecologo di Francesca, che dopo essere stato lasciato dalla moglie vaga per i corridoi dell’ospedale dove lavora come un automa privo di bussola, e la cui unica consolazione pare essere quella di chiacchierare con Ana, una giovane prostituta croata innamorata del panettiere Matteo e che sogna di fare l’estetista. 
Piccole storie, grandi questioni esistenziali che finiranno per incontrarsi ed intrecciarsi. Piccoli sommovimenti tellurici dell’anima raccontati con grazia e partecipazione. Da vedere. 

Gli Stati Uniti contro Billie Holiday

GLI STATI UNITI CONTRO BILLIE HOLIDAY
di Lee Daniels; con Andra Day, Trevante Rhodes, Garrett Hedlund, Natasha Lyonne, Tyler James Williams, Tone Bell. Usa, 2021. 

Cantante stupenda e personaggio controverso, nella sua carriera Billie Holiday ha affascinato milioni di spettatori con la sua voce e le sue canzoni, senza però riuscire a riversare su se stessa l’amore riservato alla musica. Icona jazz degli Anni ’40 ma anche eroinomane incallita, alla Holiday Lee Daniels dedica un biopic che in qualche modo sembra avere le stesse luci e ombre del personaggio. 
Scritto da Suzan Lori-Parks (premio Pulitzer per la drammaturgia nel 2002) il film paga lo scotto di una visione eccessivamente manichea del regista che taglia in modo troppo netto le situazioni senza riuscire a mettere adeguatamente in luce le molte sfaccettature del personaggio. Cantante sublime ma, come dicevamo, anche tossicomane, la Holiday diventa presto negli Usa di quegli anni il capro espiatorio di una battaglia contro la droga, anche se la vera ragione dell’ostilità e degli abusi di potere dell’Fbi nei confronti dell’artista erano dettati da ben altre ragioni, ovvero impedire alla cantante di continuare a eseguire la bellissima e straziante ballata “Strange Fruit” (scritta da Abel Meeropol e registrata dalla Holiday nel 1939), vero e proprio manifesto di denuncia contro i linciaggi ai danni degli afro-americani, e colonna sonora del movimento per i diritti civili degli Anni ‘40. Cantante stupenda ma anche donna ingenua circondata da sordidi e oscuri personaggi, la Holiday sarà oggetto di una scandalosa e terribile persecuzione politica da parte dell’Fbi che spezzerà la sua fragile esistenza privando il mondo di una grande artista. 
Potente dal punto di vista emotivo il film, nonostante l’eccessiva schematicità della narrazione, cattura per la sublime interpretazione di Andra Day (che, non a caso, le è valsa una nomination all’Oscar come protagonista) che con la sua voce roca e graffiata e un’indubbia presenza scenica esegue in maniera stupenda un gran numero di brani della Holiday, da “Solitude” a “All of Me”, da “Ain’t Nobody Business” a “Lover Man”, che da soli valgono il prezzo del biglietto.