“L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat” – “Secret team 355”

L'arma dell'inganno

L’ARMA DELL’INGANNO
OPERAZIONE MINCEMEAT
di John Madden; con Colin Firth, Matthew MacFadyen, Kelly MacDonald, Penelope Wilton, Johnny Flynn. Usa, 2022. 

Durante la conferenza di Casablanca (gennaio 1943) Roosevelt e Churchill stabiliscono che una volta liberato il Nord Africa (cosa che avverrà il 15 maggio con la definitiva resa dell’armata nazi-fascista in Africa) il passo seguente avrebbe dovuto essere la Sicilia per alcune, ovvie ragioni. L’isola era molto vicina alle coste africane e, soprattutto, da mesi il regime fascista dava segni di instabilità, confermati poi dai grandi scioperi operai nelle fabbriche del nord Italia del marzo ‘43. Tuttavia anche i nazisti erano consapevoli del possibile attacco e infatti le coste siciliane erano particolarmente munite. Fu per questa ragione che l’intelligence britannica mise a punto “Mincemeat”, un delicato e complesso piano di depistaggio per far credere ad Hitler che il vero obiettivo degli alleati non era la Sicilia bensì la Grecia. 
Ispirato ad una storia vera, come puntualmente ci ricordano i titoli di coda, “Operazione Mincemeat” è una spy story in tempo di guerra, con il conflitto bellico che resta sullo sfondo ed il centro della scena dominato dal confronto tra le spie che giocano sui rispettivi campi d’azione. I due protagonisti principali sono gli ufficiali dell’MI5 Ewen Montagu (Colin Firth ) e Charles Cholmondeley (Matthew MacFadyen), che insieme architettano l’ingegnoso piano per ingannare i nazisti e far loro credere che gli alleati sbarcheranno in Grecia invece che in Sicilia. Uniti nel lavoro ma divisi dall’amore per la bella Jean Leslie (Kelly Macdonald), i due superando l’aperta ostilità del loro superiore riusciranno a condurre a buon fine la missione (come del resto ci dice la Storia) mentre invece la storia messa in scena da John Madden (ricca di spunti e potenzialità) stenta a decollare, mancano il dramma e la tensione e il film, dignitoso ma scolastico nel suo svolgimento, scivola via senza lasciare traccia, come acqua sull’ombrello. 

Secret Team 355

SECRET TEAM 355
di Simon Kinberg; con Jessica Chastain, Penélope Cruz, Fan Bingbing, Diane Kruger, Lupita Nyong’o. Usa, 2021.

Come nel calcio non basta riunire sullo stesso campo alcuni campioni per avere una grande squadra (vedi il Psg), allo stesso modo non sono sufficienti alcune grandi attrici - Jessica Chastain, Penélope Cruz, Diane Kruger… - per fare un grande film. 
Scritto e diretto da Simon Kinberg, alla sua seconda regia dopo “X-Men - Dark Phoenix “ma con alle spalle una solida carriera come produttore e supervisore (dal 2014 al 2020 ha coordinato tutta la saga di X-Men), con “Secret team 355” Kinberg porta in scena un action movie tutto al femminile che pur partendo da un soggetto decisamente interessante tuttavia fa acqua da tutte le parti e non certo per demerito delle interpreti. 
Un trafficante di droga colombiano mostra ad un pericolosissimo criminale un’innovativa arma segreta in grado di decifrare i sistemi digitali di mezzo mondo. Intuite le enormi potenzialità dello strumento il pericoloso criminale, di nome Elijah Clarke, uccide il trafficante impadronendosi del congegno che però gli viene sottratto da Luis Rojas agente Dni. Ed è qui che fa la sua comparsa Mason “Mace” Browne (Jessica Chastain), agente della Cia incaricata di recuperare la potentissima arma. La missione però non va come previsto, e la stessa Mace si ritrova ad essere sospettata di fare il doppio gioco. Messa al bando dai suoi colleghi Mace farà squadra con altre tre donne tutte appartenenti ad agenzie internazionali, la colombiana Graciela Rivera (Penelope Cruz), la tedesca Marie Schmidt (Diane Kruger) e l’inglese Khadijah Adiyeme (Lupita Nyong’o) per venire a capo della situazione, trovare l’arma segreta e scagionare se stessa. Soggetto di per sé avvincente, il film manca di una sceneggiatura e regia adeguate, la narrazione procede senza una reale consequenzialità con scene d’azione piatte e “telefonate” e nel complesso le grandi potenzialità delle interpreti non vengono messe in luce (in particolare Penelope Cruz e Lupita Nyong’o ) a causa della eccessiva prevedibilità dei personaggi.