Ottime notizie, questa settimana, sul fronte Covid in Piemonte e in provincia di Cuneo. Tutti gli indicatori del contagio sono in calo, in misura anche piuttosto consistente. In sette giorni scendono sotto quota 400 i ricoveri ordinari negli ospedali piemontesi (da 530 a 399, con saturazione dei posti letto al 5,9%) e sotto quota 20 quelli in terapia intensiva (da 23 a 16, con saturazione dei posti letto al 2,5%). Si dimezza anche il numero dei nuovi decessi che, rimasti stabili per qualche settimana sopra quota 30, sono calati a 16. E diminuisce il tasso di incidenza dei nuovi contagi, pur a fronte di una progressiva riduzione del numero di tamponi effettuati. In Piemonte sono 223 nuovi positivi ogni 100 mila abitanti. È il numero più basso d’Italia (la media nazionale è di 314). In Provincia di Cuneo sono anche meno, 218.
La tendenza è in linea con l’andamento nazionale, all’ottava settimana consecutiva di calo dei nuovi casi (anche qui, a fronte, di un minor numero di tamponi), ma con percentuali in progressivo miglioramento sulle percentuali di occupazione dei ricoveri ordinari (oggi al 9,7%) e delle terapie intensive (oggi al 2,9%).
Nell’ultimo aggiornamento di martedì 24 maggio, il focus epidemiologico della Regione Piemonte ci informa che gli immunizzati naturalmente, cioè le persone che non hanno aderito ma hanno avuto il Covid negli ultimi sei mesi, sono 175 mila, tra cui 47 mila tra i 5 e gli 11 anni e 41 mila over50. I non aderenti alla campagna di vaccinazione sono al momento 358 mila, tra cui 113 mila nella fascia tra 5 e gli 11 anni e 104 mila over50. Il totale dei vaccinati ammonta all’85,2%, le terze dosi al 75,2%. Il Piemonte è nettamente la prima Regione in Italia per le quarte dosi con più di 200 mila somministrazioni, anche se il dato complessivo testimonia un flop di questa specifica campagna a livello nazionale.
Dal Lab24 del Sole24 Ore ricaviamo, infine, che “il rischio di reinfezione è ormai arrivato alla soglia del 6% contro il 3,6% medio del periodo compreso tra il 24 agosto 2021 e l’11 maggio 2022, ed è maggiore per chi ha superato la malattia da oltre 210 giorni, per i non vaccinati (o vaccinati con dose singola da oltre 120 giorni), per le fasce di età più giovani, in particolare al di sotto dei 60 anni (probabilmente a causa di comportamenti a maggior rischio), e per le donne (forse per la maggior presenza femminile in ambito scolastico), dove viene condotta una rilevante attività di screening”.
