Parco fluviale, sì con polemica

Consiglio comunale unanime sull'adesione, ma è "botta e risposta" fra il vicesindaco e Cortese

Stura Parco Fluviale

Consiglio comunale unanime, ma con un secco “botta e risposta” tra la maggioranza e i gruppi di minoranza di Pd e “Fossano insieme” sull’approvazione della Convenzione di gestione del Parco fluviale Gesso e Stura: sottoscrivendo questo documento, Fossano entra a far parte degli organi che gestiscono il parco stesso, nei cui confini - definiti dalla Regione - la città degli Acaja era già presente.

L’Amministrazione del sindaco Tallone ha rifiutato di aderire alla convenzione, sebbene da più parti le venisse chiesto di compiere questo passo, finché non è riuscita a modificare il documento, che veniva considerato “Cuneo-centrico” e redatto in modo tale da negare a Fossano la possibilità di “incidere” sulle decisioni. Un traguardo - questo - che il vicesindaco Giacomo Pellegrino, nel Consiglio comunale dello scorso 27 maggio, ha rivendicato. Pur sottolineando che il suo gruppo avrebbe voluto “soluzioni ancora diverse”, in particolare l’introduzione di un Consiglio di amministrazione, Pellegrino si è detto contento di quanto è stato raggiunto, soprattutto perché ora sarebbero garantite a Fossano “maggiore dignità e possibilità di operare”. È stato decisivo, secondo il vicesindaco, l’aver ottenuto l’introduzione di due vice-direttori, uno dei quali deve provenire dall’area fossanese: quest’ultima figura, presentandosi con “un mandato preciso” da parte del Comune di Fossano, potrà compensare quella del direttore, a cui Pellegrino riconosce una funzione chiaramente politica. Il vicesindaco, in aggiunta, ha sottolineato come il suo gruppo abbia lavorato “seriamente e con discrezione, attraverso lunghi incontri con l’Amministrazione comunale di Cuneo e di altri Comuni del parco”, nonostante le pressioni con “strumentalizzazioni politiche” di quanti chiedevano l’immediata adesione alla convenzione e mentre “a Fossano continuava ad infierire imperterrita l’attività chiassosa della minoranza”. Peraltro - ha ribadito - l’Amministrazione Tallone non è mai stata contraria all’adesione, bensì a “un’adesione frettolosa, senza contenuti e senza garanzie” come quella che emergeva dal Consiglio comunale del 2014 con cui si avviò l’iter appunto verso l’adesione: non a caso, in quell’occasione il centro-destra fossanese non espresse voto contrario, ma si limitò all’astensione, mentre l’attuale Giunta comunale si è impegnata per modificare la convenzione “partendo dalla condizione svantaggiosa in cui ci avevano cacciati i predecessori”.

Il capogruppo di “Fossano insieme” Paolo Cortese, pur esprimendo voto favorevole “in attesa di poter mettere in cantiere progetti che daranno beneficio alla città”, ha invitato l’Amministrazione Tallone “a non prendere per il naso i fossanesi”: “Se c’è un direttore e vengono aggiunti due vice, uno di Fossano e Cuneo, si tratta di un negozio giuridico a somma nulla”, ha affermato. In altre parole, l’introduzione del vice-direttore fossanese, figura peraltro pagata dallo stesso Comune di Fossano che paga in “quota parte” anche lo stipendio al direttore, non aumenterebbe il “peso” della città degli Acaja nella gestione dell’ente, soprattutto perché non viene coinvolta nella governance; quest’ultima continua infatti ad essere affidata principalmente all’assemblea dei sindaci, all’interno della quale Fossano “entra con il 17%” come sarebbe accaduto in passato, indipendentemente dalle modifiche alla convezione. Di qui, la reazione di “sconcerto” al vedere il testo della nuova convenzione, che sarebbe in realtà “una foglia di fico”, “un contentino da presentare alla popolazione” con cui si nasconde il fatto che il vicedirettore “non partecipa all’Assemblea dei sindaci e al Comitato tecnico, cioè la dove si decide”. La contro-narrazione proposta da Cortese è che “si sono persi tre anni di progetti e finanziamenti”.

I “tempi” dell’adesione sono l’altro tema, legato al parco fluviale, su cui ci si è scontrati. Secondo Pellegrino, le due Giunte precedenti hanno mostrato interesse verso l’adesione alla convenzione soltanto a fine mandato, dunque in vista delle nuove elezioni, mente per Cortese l’«apparente silenzio» degli ultimi anni era in realtà dovuto all’attesa della legge regionale sui nuovi confini del parco, senza la quale Fossano non avrebbe potuto aderire.