Siccità, il Piemonte chiede lo stato di calamità per l’agricoltura

Dopo un “semestre nero” per il clima piemontese

Siccità

Il Presidente della Regione Alberto Cirio ha inviato a Roma, giovedì 16 giugno, la richiesta di stato di calamità per l’agricoltura causa siccità.

Secondo i dati dell’ultimo report dell’Arpa, la primavera 2022 è tra le prime sei più avare di precipitazioni degli ultimi 65 anni in Piemonte ed è culminata con un mese di maggio tra i più tra i più caldi degli ultimi sei decenni, alla pari con quello da record del 2009, con una anomalia di oltre 2° C rispetto alla norma 1991-2020. Arpa, in particolare, parla di “semestre nero” per il clima piemontese soprattutto in termini di precipitazioni, visto che da dicembre 2021 sono caduti mediamente alla testata del bacino del Po 181mm di pioggia contro una norma di 433mm, che rappresenta un deficit complessivo pari al 58%, con punte di oltre il 70% sulle zone pianeggianti del torinese e del novarese. Si tratta del terzo semestre più asciutto degli ultimi 65 anni dopo il periodo ottobre 1999-marzo 2000 e quello luglio 2001-gennaio 2002.

Le ricadute sull'agricoltura sono pesantissime. La situazione è di criticità estrema per le foraggere (la produzione di fieno è stimata in calo del 40%). Le semine del mais si sono ridotte a favore di colture meno esigenti dal punto di vista idrico, quali sorgo e girasole; il protrarsi dell’assenza di piogge lascia prevedere uno scarso sviluppo delle colture, con importanti cali di produzione. La scarsa risorsa disponibile nelle falde e la conseguente mancanza di acqua nei pozzi ha fatto sì che alcune aziende abbiano addirittura rinunciato a praticare la coltura del pomodoro da industria. Nelle Langhe, in Monferrato e negli altri areali viticoli si riscontra un anticipo del ciclo vegetativo dovuto alle temperature elevate e una situazione di sofferenza dei nuovi impianti che potrebbero necessitare di irrigazioni di soccorso. La fioritura nei versanti più esposti e asciutti è stata anticipata, chiaro segnale di difesa della pianta contro la carenza idrica e le elevate temperature; in ogni caso quest’anno la maturazione delle uve sarà molto anticipata. Per i noccioleti non ci sono ancora sintomi evidenti, ma se non arriveranno piogge consistenti e le temperature non si abbasseranno è prevedibile una forte cascola nel mese di luglio e difficoltà produttive dal punto di vista qualitativo. Situazione critica per la frutta: la cosiddetta “acqua di fortuna” è esaurita e tutte le aziende attingono dai pozzi a pieno regime. I consorzi irrigui, stante la scarsità della risorsa idrica, nelle prossime settimane prospettano il rischio di non poter soddisfare le richieste di irrigazione. Per quanto riguarda i pascoli, nelle vallate alpine, in assenza di precipitazioni, tra circa un mese ci saranno problemi sulle quantità di erba disponibili; le mandrie potrebbero essere costrette a rientrare anticipatamente dalla monticazione.